“Siamo i cittadini più fortunati del mondo” questo lo slogan scelto per pubblicizzare la 13° settimana della cultura: ma lo siamo veramente?
La 13° settimana della cultura si svolge dal 9 al 17 aprile e prevede una serie di agevolazioni per tutti i cittadini italiani che vogliano fruire dello straordinario e sterminato patrimonio culturale che il nostro Paese possiede.
Certo non abbiamo il 50% delle opere patrocinate dall’Unesco come vorrebbe il nostro Presidente del Consiglio, ma comunque una gran quantità di monumenti, musei e opere d’arte che sono e rimangono il più grande patrimonio che l’Italia ad oggi possieda. Come dicono Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo nel loro libro “Vandali“, la cultura è il nostro petrolio.
Tuttavia spesso noi ci comportiamo come barbari. Ecco perché la settimana del FAI e questa qui della cultura.
2500 appuntamenti tra musei, convegni, aperture straordinarie di siti, concerti e visite guidate che renderanno la vostra vita più bella e migliore. Il primo consiglio è quindi senza dubbio quello di approfittare dell’occasione. Consultate il sito internet dei beni culturali per sapere quali sono gli eventi più vicini a voi.
Le manifestazioni della settimana della Cultura quest’anno risultano più importanti anche per la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia. E anche perché riecheggiano ancora nelle orecchie di tutti le parole del ministro Tremonti sentite a Report ” Provi lei a farsi un panino con la Divina Commedia”, che parafrasate potrebbero tradursi con la cultura non si mangia.
Eppure i fatti e i numeri dimostrano il contrario. La Cultura Italiana muove un giro d’affari enorme. Basti contare tutti gli ospiti stranieri che giungono da noi per ammirare i vari Tiziano, Michelangelo, Leonardo. O anche solo il nostro Paesaggio. Certo, per altri è invece una croce, non una delizia, il nostro immenso patrimonio, tuttavia ciò non toglie che renda.
Trascurarlo sarebbe un errore. Trovare il modo giusto per patrocinarlo, invece, un’occasione. Sarebbe auspicabile dunque una riflessione profonda sul suo utilizzo. Non si vuole certo arrivare a concedere l’uso dell’immagine del colosseo romano a un solo imprenditore solo per schei, ma certi escamotage vanno comunque trovati e accettati per il bene pubblico. O no? Non so, dite la vostra.
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