Esattamente un anno fa, il 13 febbraio 2011, esplodeva il caso delle donne di Senonoraquando, cui il nostro sito ha dato una mano per propagarsi ed espandersi.
Abbiamo fatto la nostra bella parte nella somma del tam tam sul web per diffondere il più possibile le proposte del nuovo movimento che rimane vivo e attivo, dopo i risultati ottenuti.
Sono infatti ancora molti gli obiettivi da raggiungere per potersi dire soddisfatte. Qualcosa è stato raggiunto, ma le vecchie abitudini sono dure a morire. Come è accaduto per il Festival di Sanremo dove molte donne si sono indignate per l’ennesima strumentalizzazione del corpo femminile.
Senonoraquando punta ora ad abbattere barriere che in Italia sono un handicap per le donne che vogliono vivere normalmente: mancanza di pari opportunità, violenza sulle donne e mancanza di lavoro.
Dopo un anno di lavoro SNOQ può vantare molti comitati in giro per la Penisola e l’organizzazione e mobilitazione di molte donne. Gli stati generali delle donne di Siena ne sono state un esempio lampante dove si è discusso di tutto, compreso il ruolo che le donne devono avere in politica. O la seconda manifestazione romana, qualche mese fa, l’11 dicembre, fatta per ribadire al neonato governo Monti l’importanza della risorsa femminile per l’uscita dalla crisi.
SNOQ si vuole imporre ora come movimento di rappresentanza presso le forze politiche di istanze femminili fondamentali che consentano di conciliare casa e lavoro e per vigilare sul fatto che non siano solo le donne a pagare il peso della crisi.
Di fronte a sé questo movimento ha grandi battaglie sociali davanti a sé per i prossimi mesi. La richiesta del 50-50 metà donne e metà uomini nei consigli di amministrazione e nelle forme di rappresentanza politica ne sono un esempio. E si farà carico di rappresentare le donne che desiderano vedere una televisione libera dallo stereotipo di oggetto sessuale. Inoltre punteranno sulla tutela femminile in materia di lavoro. Non bastano le belle parole di cui si sono riempiti la bocca Monti e Fornero. Occorre una politica vera che tenga conto dei disagi femminili in materia di occupazione. L’abolizione dell’articolo 18 in questa fase rischia di annientare loro importanti diritti.
Per approfondire: http://www.repubblica.it/cronaca/2012/02/13/news/se_non_ora_quando-29782683/
http://video.repubblica.it/cronaca/se-non-ora-quando-un-anno-dopo/87848/86241