Gli hotel, con i loro corridoi infiniti e le infinite vite che vi si incrociano, hanno sempre esercitato un fascino magnetico su scrittori e registi. Da “Shining” di Kubrick al Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, gli alberghi sono stati palcoscenici di tensioni, misteri e intime riflessioni. Luoghi di evasione o di passaggio, di scoperta o di relazione, sono anche, al contrario, destinazioni per astrarsi e trasformarsi. Gli hotel sono perfetti per raccontare storie in bilico tra realtà e immaginazione. Ogni stanza racchiude mille possibilità, un microcosmo di vite che si sfiorano, come se ogni porta fosse un portale verso un’altra storia. Gli alberghi storici come l’AbanoRitz, di soggiorno e cura, sono realtà uniche e incredibili per i racconti e i ricordi che le tante camere diverse racchiudono. Se l’AbanoRitz potesse parlare…di fatto è ed è stato fonte di ispirazione e creatività. E non mi riferisco soltanto allo straordinario esperimento di scrittura creativa da cui poi ha preso forma la raccolta SUPER 8 , né mi rifaccio alle incredibili 100 giornate di Gloria; ma piuttosto alla recentissima poesia che ci ha lasciato un Ospite sensibile e talentuoso come Francesco Bejor Gajani che si è fatto ispirare durante il suo soggiorno all’ AbanoRitz dalla nostra tradizionale cena gourmet del venerdì a lume di candela con pianobar.
Ida Poletto
Le fiammelle del venerdì
Cena a lume di candela.
Sono circondato da esili dondolanti fiammelle
e mi giunge il pensiero che quelle fiammelle siamo noi.
Tremolanti e temporanee eppure dense di luce,
possiamo scegliere se sembrare semplici fiammelle
o piccole immense luci nel buio che ci circonda.
La mia mente ricorda “La piccola fiammiferaia”,
una fiaba che non sento più.
Dimenticata e passata di moda ma ancora attuale.
Cercherò di essere vivo e coraggioso
come quella bambina, fino all’ultimo fiammifero,
fino all’ultima fiammella.
Sipario amore mio e buon appetito
in compagnia della nostra fiammella.
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