La paladina del corpo delle donne che ha ispirato la grande lotta contro la mistificazione del corpo femminile nella televisione italiana e nello spettacolo delle reti generaliste potrebbe arrivare nel CdA Rai.
Sembra però uno di quei sogni utopistici che in Italia sono di largo consumo e di breve durata, giusto lo spazio tra il loro inizio e la disillusione che si profila mediante la consueta affermazione “Siamo in Italia”, la Terra delle disparità.
Il modo suggerito dalla giornalista Marina Terragni dal suo spazio su “Io Donna” di far arrivare la Zanardo nei CdA sembra assurdo: far leva sulle coscienze del Pd perché il partito appoggi la nomina della Zanardo.
Per fare pressione la Terragni mobilita anche i movimenti Senonoraquando e la fondazione Marisa Bellisario. Il motivo è nobile, ma ci chiediamo: anche qualora la Zanardo riesca a giungere all’ambita poltrona, cosa mai potrebbe fare?
Abbandonandoci al sogno avere la Zanardo in Rai sarebbe fantastico. Mai più spettacoli in cui le donne sono limitate a fare la ballerina scosciata, la velina in mutande o la donna oca. Programmi in cui le donne possano riguadagnare il loro aspetto autentico: senza trucchi né inganni. (Sarà un caso ma uno dei pochi mercati che in Italia non conosce crisi è quello della cosmesi: una corsa a coprire gli inestetismi che svelano il maschilismo italico).
Fateci sognare allora, sognare un’Italia diversa, cambiata radicalmente, non austera ma paritaria, democratica, libera e rosa.
Vediamo se è possibile costruirla insieme. Proviamo ad alzare tutte insieme la voce perché questa giunga a disturbare i palazzi del potere e della politica che spadroneggia anche sull’industria culturale italiana. Proviamoci amiche, perché, nonostante il timore di sbattere di nuovo contro un muro di disillusioni, è necessario non arrendersi. Mai.
Sosteniamo tutte la Zanardo in Rai.
Lorella Zanardo è autrice di un best-seller e di un documentario intitolato “Il corpo delle donne“ che analizza il ruolo assunto dalla figura femminile nei media italiani negli ultimi anni con particolare riguardo per la televisione. Ne emerge una donna ridotta a mero corpo usato e gettato via non appena sul suo volto compare un accenno di ruga espressiva o dovuta all’età. La donna pensante è messa ai margini dalla tv italiana e dell’uso del corpo femminile si può parlare di pornografia in certi casi.
La Zanardo è anche sostenitrice di una campagna di sensibilizzazione nelle scuole perché il modello culturale della donna appreso dai ragazzi attraverso la tv fosse fatto oggetto di critica e di una critica severa. Il progetto in questione si chiama “Nuovi occhi per la tv”.
Oggetto lo scorso anno di una critica feroce da parte della tv generalista Mediaset e in particolare dal programma “Striscia la Notizia“ la Zanardo non si è data per vinta e continua la sua battaglia.
Questi temi verranno approfonditi anche nel Vday del 15 Giugno ad Abano. Nel corso dell’incontro sarà la presidente di PoD Cristina Molinari a parlarne durante il suo intervento dal titolo “l’utilizzo responsabile dell’immagine femminile”.