Libri e donne: dal premio Campiello opera prima, “Il trono vuoto” di Roberto Andò

Che ne direste se vi proponessi un nuovo romanzo che è un libro per donne moderne perché parla di politica e filosofia? Non si tratta dell’ennesimo libro di Veltroni, ma di un volume (appena 180 pagine) che nelle promesse sembra sorprendente e appartiene al genere della fanta-politica per quello che racconta. Si tratta del romanzo vincitore del Premio Campiello opera prima del 2012: “Il Trono Vuoto” dell’esordiente Roberto Andò.

 

"libri per donne e politica"La trama? Facile da raccontare e forse persino banale. Drammatica? Non mi pare. Il capo del più importante partito italiano, vedendo corroso il suo consenso nei sondaggi e dopo l’ennesimo flop al comizio per le dure riprovazioni della folla, base del partito, decide di fuggire dall’agone politico, ritirandosi presso un’amica in Francia, a Parigi. Lei è Danielle, segretaria d’edizione conosciuta da Salvatore Olivieri (questo il nome del leader politico in questione) quando ancora era giovane e accarezzava l’idea e il sogno di fare il regista. Unici depositari di questa scomoda verità, la fuga del primo partito italiano, sono il fedele collaboratore e la moglie Anna, entrambi intenti a cercare di risolvere il busillis che ha portato l’onorevole a fuggire e a rattoppare la problematica situazione creatasi in seguito alla defezione.

A risolvere almeno in parte il problema della scomparsa giunge l’intuizione di mettere sul trono vuoto il fratello gemello di Salvatore, un filosofo geniale e affetto da sindrome bipolare, originale e stravagante che porterà un po’ di scompiglio nell’equilibrio delle forze politiche.

Molti gli elementi interessanti che emergono dall’opera, a partire dall’assunzione ormai nella letteratura italiana di un tema fondamentale, quello della fuga dalla realtà, che era già emerso in altre opere di scrittori contemporanei come per il volume di Sandro Veronesi, Caos Calmo. Una fuga da fermi, un mettersi in disparte di fronte a piccoli e grandi drammi della vita che non risparmia neppure la politica. E come detto si tratta di un romanzo di fanta-politica, poiché, se è apprezzabile il modo in cui viene trattato il tema della fuga, lo riteniamo altrettanto inverosimile. E forse con l’Italia di oggi il tema diventa la giusta critica.

Così come è apprezzabile lo sforzo di fantasia fatto per introdurre l’elemento filosofico nell’opera: il sosia, il gemello, il principe e il povero, memi conosciuti e trattati fino alla nausea che però, invece che annoiare, quasi divertono.

Infine si ripropone il caro vecchio tema del filosofo al potere, distante in realtà dai parallelismi fatti in questi giorni in cui sono i professori ad essersi insediati a Palazzo Chigi. Perché divergono sicuramente le figure del filosofo e quella del professore e perché un filosofo come l’Olivieri ancora non si è trovato. Almeno in Italia.

La scrittura è apprezzabile e il tono pacato lo rendono un romanzo pacato e godibile, tutto da pensare e ripensare, facendo riflessioni su anti-politica, necessità e bisogni dell’Italia di oggi, sui partiti e sul potere. Uno dei libri per donne da leggere in questo momento in cui gli elettori e le elettrici sembrano aver perso la bussola. Una fantasia piacevole, un sogno che da sempre è anche utopia: un filosofo che possiede “in nuce” la saggezza della follia al vertice dello Stato.

 

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