Un appello arriva dall’ex top-model Christy Turlington per non festeggiare la prossima festa della mamma in memoria delle donne morte di parto.
Quando ho letto la notizia sono rimasta un po’ scioccata: ma come, il giorno più bello del mondo, quello nato come un’iniziativa di pace non dovrebbe venire festeggiato? Sulle prime pensavo che si trattasse di una sciocchezza e invece leggendo più approfonditamente la notizia mi sono accorta che aveva un senso.
L’appello viene da un ex top-model ricca, bellissima e con figli, ma anche molto intelligente e piena di umanità. Sto parlando di Christy Turlington che negli anni 90 era ascesa nell’olimpo delle super top-model accanto a Linda Evangelisti e Naomi Campbell.
Oggi invita tutte le madri a non festeggiare la “festa della mamma” per tutte quelle donne che sono diventate mamme solo per pochi secondi perché sono decedute generando il proprio bambino.
Perciò ecco l’invito della top-model:
“Non ho nulla contro i ristoranti e i fiorai che evidentemente traggono vantaggi economici dalla Festa della mamma, ma sto cercando di cambiare le cose”
La Turlington, musa di Calvin Klein e sposata con l’attore Edward Barns, oltre che laureata in Storia dell’arte, in una lunga intervista su coloro che l’hanno criticata per aver lanciato un messaggio così forte sulla mortalità materna proprio nel giorno della festa della mamma ha dichiarato che sa che sono molte le associazioni che sfruttano “la festa della mamma” per ottenere attenzione per la propria (magari giusta) causa, ma invitare a festeggiare con l’essenzialità la festa della mamma come se si fosse in lutto, e spingere a prestare attenzione alle milioni di donne che muoiono ogni anno per dare alla luce il proprio figlio, è anche un modo per fare sì che rimanga viva l’attenzione su un fenomeno che, nonostante i progressi di igiene, medicina e progresso, è ancora molto diffuso non solo in continenti poveri come l’Africa, ma anche in occidente.
Ha perciò ideato un video e raccolto l’appoggio di testimonial illustri per far riflettere su un problema ancora piuttosto diffuso e che riguarda esclusivamente le donne.
Anche dopo aver letto le sue ragioni mi sono detta: ecco l’ennesima esaltata che sfrutta la propria immagine per crearsi un alone di ulteriore notorietà, una donna annoiata che sfrutta il proprio tempo cercando di rovinarci una delle feste più belle che esistano, quella della mamma. E poi, il fenomeno è davvero così grave come sembra? Sono andata a vedermi le statistiche ufficiali dell’Unicef e ho riscontrato quanto segue:
- Ogni anno muoiono di parto circa mezzo milione di persone
- La maggior parte di loro sono in Paesi in via di sviluppo: l’84% in Africa Subsahariana e Asia meridionale;
- Dieci milioni di donne ogni anno subiscono lesioni durante il parto e corrono il rischio di contrarre malattie che avranno conseguenze anche gravi durante tutto l’arco della vita della madre;
(Qui il link del rapporto UNICEF)
Sempre la Turlington sostiene nell’intervista che il 90% (ed è vero) dei casi di mortalità materna possono essere evitati: occorre la diffusione di adeguata cultura e la diffusione del concetto di “assistenza al parto”. La top model ha iniziato a interessarsi al problema dopo la nascita di sua figlia Grace, quando subì una complicanza mancando di espellere la placenta. La signora Turlington rimase molto sorpresa quando seppe che il suo incidente era uno dei motivi più diffusi di mortalità materna nel mondo. Da quel momento iniziò la sua battaglia di sensibilizzazione sul problema. Chi volesse aiutare la causa può acquistare il cd musicale “Every Mothers Counts 2012” con brani di grandi artisti come Bono Alanis Morissette, Paul Simon and Edie Brickell, Patti Smith and Eddie Vedder. Non so come la pensiate e non so se il cd sarà distribuito in Italia. Al di là di tutto ciò rimane un fatto: non possiamo esimerci dal riflettere sul fenomeno e dal cercare di debellarlo non nel giorno della mamma, ma durante tutto l’arco dell’anno.
