Ordini professionali e pari opportunità

Spesso abbiamo criticato gli ordini professionali per la selettività inutile di certe loro norme che si trasformavano spesso in una tassa ulteriore per i consumatori e in un pesante fardello per coloro che iniziavano l’attività.
Oggi, approvata la normativa sulle liberalizzazioni che elimina le tariffe minime per gli ordini, dobbiamo per forza parlarne bene, poiché un’iniziativa dell’albo degli architetti ha provveduto ad eliminare un gap tra uomini e donne agevolando le giovani coppie e famiglie.
In particolare è l’ordine professionale degli architetti di Bergamo ad aver sospeso la quota di iscrizione all’ordine nel 2012 per le neo-mamme e i neo-papà.
La proposta ideata dal Gruppo di lavoro Archidonne punta a sostenere le giovani professioniste e a sensibilizzare i neo-papà a far parte dell’organizzazione della famiglia.
La sospensione sarà valida per tutti i neo-papà e le neo-mamme architetti di Bergamo che abbiano avuto un figlio nel 2011 o ne abbiano adottato uno nell’anno suddetto che avesse meno di 6 anni.
Francesca Perani, responsabile della proposta assieme ad alcune colleghe, ha motivato l’iniziativa nata prendendo spunto da altre proposte sorte in seno agli ordini professionali di Rimini con queste parole: “L’arrivo di un figlio comporta un’esigenza di conciliazione tra lavoro e famiglia, ma è ancora più complessa la posizione di chi lavorando in proprio non può contare su periodi di congedo garantiti, rischiando di perdere contatti e opportunità lavorative”.
Vero infatti che le donne libere professioniste sono più esposte rispetto agli uomini quando entrano in un periodo di maternità.
La motivazione che ha fatto estendere l’esenzione anche ai neo-padri è l’avere una maggiore attenzione verso le dinamiche di vita familiari dei nuovi papà affinché si bilanci la cura filiare tra uomo e donna.
Inutile dire che questa iniziativa ci piace molto. Rimangono aperte tante altre problematiche che già alcuni lettori ci hanno segnalato. Georges così scrive in un commento all’articolo “Le leggi che tutelano la maternità e la paternità”: “Salve, sto usufruendo dell’ora giornaliera prevista a scuola per il neonato, mentre non ho preso neanche un giorno dei 30 previsti retribuiti, anche se mi servirebbero poiché sono solo con la compagna e altro bimbo di 29mesi. Il dirigente scolastico mi fa pesare anche qualche giorno preso per la malattia del neonato con ricovero, pensa appena chiederò almeno 15 dei 30 previsti per andare a trovare i parenti oltreoceano”.
Cosa ne pensate?

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