Olio d’Argan: il mondo del benessere copia i cosmetici berberi

"olio di argan"L’argania spinosa è una pianta molto coriacea: sopravvive fino a 200 anni anche in climi piuttosto carenti d’acqua e produce un frutto che in Marocco viene usato per sfamare gli animali e dal cui nocciolo si ricava il prezioso olio d’argan.

Proprio dell’olio d’argan parliamo oggi, quale cosmetico e come alimento.

Ricco di antiossidanti ed usato fin dall’antichità dalle donne del Marocco e del Maghreb, zone in cui la celebre pianta è ampiamente diffusa, l’olio d’argan dona alla pelle lucentezza e morbidezza sia se usato direttamente sul derma, sia se ne vengono aggiunte alcune gocce all’acqua del bagno.

Questo estratto vegetale è ottenuto aprendo le due grosse mandorle contenute nel nocciolo del frutto di argania, un frutto un po’ più grosso delle nostre olive. Dopo la rottura del nocciolo si estraggono i semi che vengono fatti essiccare a temperature moderate. Una volta eseguita questa operazione i semi vengono schiacciati con una sorta di macina e se ne ricava appunto l’olio di Argania spinosa.

L’olio è utile anche per alleviare e curare alcuni fastidi come:

  • le bruciature della pelle: possiede infatti proprietà lenitive;
  • la psoriasi: allevia il prurito e diminuisce dell’80% la desquamazione;
  • le piaghe da decubito: applicandolo due volte al giorno le piaghe spariscono velocemente.

Bisogna ricordarsi che questo vegetale possiede anche proprietà alimentari non indifferenti. Si tratta infatti di un potente antiossidante, ricco di acidi insaturi e vitamine: la principale è la E, ma poi anche la A, la F e gli omega 3.

Si scopre girando un po’ fra giornali, riviste specializzate e nel web che l’olio è prezioso non solo per chi lo usa, ma anche per chi lo produce. La sua rarità infatti arricchisce ben 400 mila famiglie magrebine e concentrate per la maggior parte nel Marocco. Secondo alcune stime, circa il 70% della produzione marocchina viene esportata all’estero con un ricavo complessivo superiore agli 11 milioni di euro. È comunque aperto un contenzioso tra i produttori e il laboratorio Pierre Fabre, che nel 1980 registrò come marchio il nome “argane”.

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