Tobin Tax nelle mire di Monti e Sarkozy

"tassa sulle transazioni finanziarie"La tassa sulle transazioni finanziarie, chiamata anche Tobin Tax, dal nome dell’economista che la teorizzò, è una tassa che, se applicata, verrà applicata al mercato azionario e obligazionale. In passato molti Stati hanno dichiarato di volerla mettere per legge inserendola nella propria costituzione. La Svezia l’aveva inserita, salvo poi eliminarla.

Ora è la Francia che ha dichiarato di volerla a tutti i costi. Pare infatti che Sarkozy abbia deciso di andare avanti anche da solo imponendo una tassazione sulla finanza della Borsa parigina. La sua applicazione dovrebbe portare 55 miliardi di euro nelle casse francesi e il suo annuncio ha già fatto salire nei sondaggi Sarkozy dal 24 al 26% dell’indice di gradimento. Sembra quindi una mossa elettorale e squisitamente elettorale.

Ma così non è per l’Italia. Monti, pur avendo assicurato che da sola l’Italia non applicherà la tobin tax, ha anche affermato che c’è spazio per la sua realizzazione nel vecchio continente, mettendo d’accordo tutti i 27. A questo scopo il premier italiano ha già avviato consultazioni e incontri. Il 18 gennaio sarà a Londra dove potrà dialogare con Cameron che, messo un veto definitivo sulla tassazione alle transazioni, ha posto la Gran Bretagna fuori dal fondo salva stati.

Mercoledì prossimo Monti incontrerà la canelliera tedesca Angela Merkell e discuterà proprio di tutte le norme che potrebbero rendere la crescita italiana più facile. Ciò significa che saranno in oggetto argomenti come:

  • La tobin tax;
  • Il rifinanziamento del fondo salvastati con una modifica alle norme che prevede che i Paesi più virtuosi dell’area Euro si accollino i rischi di quelli più spendaccioni, cosa che non piace assolutamente alla federazione tedesca;
  • L’ennesima, forse inutile, discussione sul ruolo della BCE e la possibilità di farle battere moneta con i famosi Eurobond.

La Germania sta a guardare. Sposato l’immobilismo, la Nazione teutonica pone e ha sempre posto moltissimi no allo sviluppo di una politica europea finanziaria comune. No agli eurobond e no a nuove regole per l’Esm (fondo salva stati). Ma per frenare la crisi, che è dell’Euro, non dell’Italia, serve che i Paesi dell’UE inizino a dire sì, dal momento che, o si va avanti, o si muore.

E gli analisti cosa dicono? Dicono che la speculazione a Marzo si sposterà dall’Italia alla Francia dove ci saranno le elezioni e che una Tobin Tax non applicata universalmente a tutti i mercati finanziari sarà inutile. Voi che ne pensate?

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