Gli indignados hanno infiammato il mondo, ma le donne italiane sono state le prime: al XXI femminile si discute delle differenze di genere.Molti hanno accusato l’Italia di essere priva di giovani indignati sul modello degli Indignados spagnoli e americani, capaci di fare veramente la differenza. Forse è vero. Chi dice ciò però si dimentica che a Febbraio un milione e più di donne sono scese in piazza indignate non solo dagli scandali sessuali che prendevano sempre più piede nella politica italiana tra il lassismo generale e l’indifferenza, ma anche e soprattutto perché ci si era dimenticati delle donne nel panorama sociale, politico, culturale ed economico.
Quelle che Mao definiva l’altra metà del cielo, si erano stancate di venire lasciate indietro da un sistema maschilista che perpetrava modelli beceri. E da lì molta più attenzione è stata rivolta al femminile. Si è riportato all’ordine del giorno il problema dell’altissima disoccupazione delle donne, delle mamme precarie, delle lettere di dimissione in bianco. Analisti ed economisti sono convinti che le donne potranno essere un importante motore della ripresa economica. Una cosa è certa. Siamo un universo inesplorato. La verità infatti è che nessuno può ancora dire come sia una società in cui le donne hanno pari opportunità rispetto agli uomini.
Altro che indignados, quindi. Sono le donne italiane ad aver anticipato le primavere arabe, i movimenti di indignazione generale e quant’altro.
In Italia le donne di fatto sono di poco al di sopra, per i diritti, alle abitanti dell’Egitto, della Tunisia o di altri Paesi islamici. Pur se godono, sulla carta, di fondamentali diritti, di fatto non possono esercitarli.
Di tutto questo si parlerà a Rimini in occasione del XXI femminile che si terrà dal 21 al 23 ottobre presso il teatro Novello e organizzata dal centro Pio Manzù. Il Centro Pio Marzù è un organismo consultivo preso in considerazione anche dalle Nazioni Unite che si interroga e approfondisce temi economici, scientifici e sociali per il futuro dell’umanità.
La teoria da cui partiranno i dibattiti è che il 21° secolo sia stato un secolo femminile e che oggi per interrogarsi sul problema di genere si debba cercare di superare il dualismo uomo/donna, per incentrarsi sulle diversità che li distinguono per trasformarle in un punto di forza.
non perdiamo tempo cin le analisi.basta rileggersi quelle gia’ fatte e tra l’altro, anche bene,negli ultimi trent’anni.La situazione non è cambiata .
I problemi ci sono tutti.Non aspettiamoci che siano gli uomini a risolverli.
Inventiamoci.E’ difficile,ma dobbiamo provarci
Io ho sessant’anni,ho lottato,abbiamo conquistato tanti diritti prima negati
ma oggi e’ necessario fare dipiu’.