Per i bambini con difficoltà di apprendimento c’è un nuovo metodo per imparare l’alfabeto

Sarà applicato in Basilicata, a Matera, il nuovo metodo per insegnare l’alfabeto ai bambini con difficoltà di apprendimento.

"bambini e globalismo affettivo"Dite la vertià, quante di voi hanno dovuto affrontare la questione compiti a casa dei propri figli come una battaglia campale combattuta a forza di peana di guerra, grida, schiamazzi, castighi e minacce di vario tipo? Per fortuna ora non dovrete più convincere o obbligare i vostri figli delle elementari a fare i compiti, grazie ad un nuovo metodo educativo. Da Novembre nella scuola paritaria “L’albero azzurro di Matera” sarà applicato un nuovo modo per far apprendere l’alfabeto ai bambini. Si tratta del “Globalismo affettivo” un metodo fonematico di avvio alla scrittura e alla lettura ideato dall’insegnante Vito De Lillo di Bari. Il “globalismo affettivo” va applicato in un’ottica di continuità didattica tra scuola dell’infanzia e scuole elementari.

Abbiamo detto metodo, ma in realtà dovremmo parlare più di un atteggiamento da parte dell’insegnante che attraverso vari comportamenti favorisce in modo graduale e naturale l’apprendimento da parte dei bambini. Niente più pesanti libroni da completare durante l’estate mentre si aspetta l’inizio della prima elementare dunque? Probabilmente no, visto che il globalismo affettivo è uno strumento che serve per gli adulti per divenire attenti e disponibili nei confronti dei più piccoli.

Una delle modalità più usate è quella di creare un racconto per ogni lettera, verbalizzarlo, drammatizzarlo e poi elaborarlo graficamente. In questo modo l’apprendimento diventa divertente e totale. Un’esperienza che coinvolge il bambino anche attraverso il gioco e non gli fa sembrare subito gli esercizi scolastici piatti e noiosi tali da costringerlo per ore su una sedia. Il bambino sperimenta le lettere concretamente, in un certo senso, prima di arrivare a scriverle.

Geni Capuzzi, insegnante de “L’albero Azzurro” afferma:

“Dare un significato alle lettere e associarle non a semplici immagini ma alle storie che le hanno generate rafforza in maniera esponenziale la loro memorizzazione perché si fa leva non semplicemente sul canale visivo, come avveniva con il vecchio alfabetiere, bensì su tutti i canali sensoriali. L’apprendimento risulta essere facilitato: quanto più si riuscirà a sollecitare tutti i canali e la sfera emotivo- affettiva tanto più si creerà un humus di particolare fertilità cognitiva”.

Il Globalismo è oggi al vaglio degli esperti della Clinica Universitaria di Neuropsichiatria e nel 2009 ha ricevuto l’avallo del CTS il comitato tecnico scientifico. Che dire, ben venga, se funziona. Certo che spronare il bambino a rimanere seduto e a fare una cosa anche se non gli piace è forse più formativo che trasformare la A in una storiella divertente per trovare gusto nel fare poi stanghette e pallini. O no? Voi che ne pensate? Fatemelo sapere. 

 

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