Segnatevi questi nomi: Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee, Tawakkul Karman. Sono le vincitrici nel 2011 del premio nobel per la pace, ricevuto in nome della loro lotta non violenta e pacifica per l’affermazione dei diritti delle donne in Paesi ancora lontani anni luce dalla realizzazione della parità di genere.
Qualche tempo fa, su questo sito, avevamo sostenuto chi proponeva di consegnare il prestigioso riconoscimento alle donne dell’Africa in toto come simbolo per il loro sforzo di emanciparsi e le loro capacità, nonostante il regime di sottomissione e di povertà in cui vivono, di reagire sostenendo la vita, il progresso e la società in quel continente.
Il premio consegnato oggi ha un valore grandissimo. Anche se non mancano le polemiche, visto che la liberiana Ellen Johnson Sirleaf è in campagna elettorale per la rielezione e il premio vinto le darà sicuramente una marcia in più. Nel 2005 alle seconda candidatura aveva vinto al ballottaggio contro George Weah, l’ex calciatore del Milan.
Meno dubbi ci sono per la pacifista Leymah Gbowee, che da quando aveva 17 anni (ora ne ha 39) lotta mediante tecniche non-violente per la pacificazione della Liberia. Nel 2002 ha fondato la Women of Liberia Mass Action for Peace, un movimento in grado di unire le donne mussulmane con quelle cristiane. Vestendosi di bianco e grazie all’aiuto della preghiera queste donne cercano di debellare la piaga dei Signori della Guerra. Nel 2008 su queste attiviste venne realizzato un film da Giti Reticker dal titolo: “Pray the Devil Back to Hell“.
L’ultimo riconoscimento va invece ad una delle rappresentanti, in qualche modo, della primavera araba. Tawakkul Karman la giornalista yemenita fondatrice nel 2005 del “Women Journalists Without Chains” il movimento per i diritti umani che promuove la libertà di stampa in Yemen. Anche lo Yemen come si sa è stato toccato da alcuni scontri per l’indipendenza. Durante le proteste del 2011 la Karman ha organizzato dei raduni studenteschi a Sanaa, la capitale. In quell’occasione venne arrestata e rilasciata sulla parola il 24 gennaio. Il 17 marzo 2011 è stata arrestata di nuovo con l’accusa di aver continuato a fomentare i disordini.