Il lavoro part-time secondo i dati instat del 2007-2010 è salito di circa l’11% ma nel 49% dei casi non si tratta di una libera scelta dei lavoratori, ma quanto imposti dalle aziende.
Lo rivela una recente ricerca del Workmonitor Ranstand. Sul campione intervistato 49 su 100 hanno rivelato di aver scelto questa tipologia di impiego non per esigenze personali ma su imposizione del datore di lavoro.
L’indagine condotta in 29 Paesi era tesa a rivelare l’incidenza del part-time nel mercato lavorativo e le implicazioni in termini di pari opportunità. Il rilevante numero di coloro che hanno il “tempo parziale” perché impossibilitati a trovare qualcos’altro indica che è una fenomeno congiunturale dell’attuale mercato del lavoro a determinarne l’incremento. Nella maggior parte dei Paesi la scelta del parziale è considerata un freno per la carriera. In Italia la maggior parte dei contratti part-time viene applicata a giovani tra i 15 e i 24 anni o a donne nel 29% dei casi.
Nulla di nuovo rispetto a quanto già osservato in precedenza. Sono queste infatti le fasce meno tutelate dal welfare di questa Nazione.
Dal rapporto del Workmonitor Randstad si evince inoltre come questo fenomeno di incremento del tempo parziale sia legato più a dinamiche di diminuzione del fatturato aziendale che non ad una reale flessibilità.
Vi sono Paesi come la Cina nei quali il part-time non viene visto come una limitazione alle possibilità di carriera, ma come un’utile integrazione fra vita familiare e vita lavorativa.
Per quanto riguarda le donne manager bisogna registrare l’arretratezza italiana. Circa il 74% degli intervistati ha dichiarato di avere un capo maschio. Di questi l’81% dei maschi e il 67% delle femmine.
C’è da dire che un passo in avanti per equilibrare la situazione italiana a quella delle altre Nazioni è stata fatta approvando la legge sulle quote rosa nei CDA.
Ma questo rapporto lascia pochi dubbi sulle reali condizioni dei lavoratori italiani, su quali siano le classi e le categorie più disagiate e sulle caratteristiche che il mercato del lavoro sta assumendo in tutto il mondo anche a causa della crisi.