Sciopero del 6 settembre: cosa accade in Italia?

"sciopero cgil 6 settembre 2011"Se lo stanno chiedendo tutti all’estero: ma cosa accade in Italia? La CGIL pretende lo stralcio dell’articolo 8 della manovra e per questo fa sciopero.

Lo scontro tra poteri forti e le divisioni del nostro Paese sono emerse tutte negli ultimi giorni. La Manovra finanziaria ha subito tante di quelle modifiche che alla fine è rimasta una pelle secca ed inutile che fa mancare all’appello quasi 5 miliardi dei soldi richiesti per tenere i conti in ordine.

Ciò fa alzare il livello di paura e soprattutto di sfiducia sui mercati. Ricordiamo che al momento le vendite allo scoperto in Italia sono bloccate e ciò significa che gli speculatori non stanno prendendo di mira i nostri titoli di stato. Ciononostante, Piazzaffari si è confermata ieri la peggiore in Europa. E il differenziale SPRED tra titoli italiani e tedeschi è arrivato ad un nuovo massimo.

E in questo scenario come si colloca lo sciopero generale indetto da CGIL che ha paralizzato il Corriere e bloccato l’Italia? Qual’è la politica sul lavoro che sta emergendo dalle pieghe della finanziaria? Nella manovra è contenuta la famosa modifica che prevede un licenziamento più libero da parte delle aziende e, come dicono i giuslavoristi, diritti dei lavoratori a macchia di leopardo. La modifica del suddetto articolo infatti prevede che siano i sindacati presenti in ogni singola azienda a determinare il licenziamento o meno dei dipendenti. La scomparsa definitiva di un contratto nazionale per le categorie significa che i lavoratori per proteggersi in azienda dovranno iscriversi ad un sindacato, onde godere di qualche diritto. Inoltre ciò che vale in una fabbrica a Milano potrebbe non avere valore nelle contrattazioni di Brescia. Ciò aprirebbe la strada ad una valanga di ricorsi giudiziari per incostituzionalità, visto soprattutto il pressapochismo nella formulazione della norma.

Il fronte sindacale è già stato frantumato, poiché a differenza della CGIL, gli ex sindacati confederati non hanno aderito allo sciopero di oggi, prediligendo una linea morbida sgradita perfino alla loro base. Il PD nel frattempo si dice pronto a ridurre il numero degli emendamenti e a favorire la legge in Parlamento purché si stralci l’articolo 8.

E all’estero torna a far paura l’euro cruch, la possibilità del fallimento dell’euro. Le colonne del Finacial Times sono fortemente allarmistiche e una cosa è sicura, ad allarmare all’estero non è lo sciopero di oggi, ma la lentezza e la debolezza dimostrata dal governo. E non certo per colpa di sinistra e sindacati.

E non sembrano rassicuranti le dichiarazioni del futuro presidente della Banca Europea Draghi che ha affermato che l’acquisto da parte della BCE di titoli di Stato italiani non è la soluzione del problema. La soluzione si chiama politica per lo sviluppo. C’è da chiedersi se questo governo riuscirà ad attuarne qualcuna, vista la cronica mancanza di fondi, i numerosi tagli e le poche idee confuse dei loro membri. Pare proprio che i leader non abbiano altro in testa che accontentare gli elettori per poter rimanere attaccati alle poltrone il più a lungo possibile.

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One Comment

  1. irene bisol

    Non è certo sufficiente lo sciopero della CGIL di oggi per dare un segnale di forte scontento a questo governo. Ma perché nessuno organizza una bella protesta in tutte le piazze d’Italia in una di prossime domeniche, una manifestazione che sia in grado di mobilitare cittadini di ogni orientamento politico, iscritti o no ai sindacati.
    All’estero riescono a radunare milioni di persone nelle piazze col semplice ausilio di internet, perché noi non ne siamo capaci?
    Forse la cosa dovrebbe partire ancora una volta da noi donne, ma per una manifestazione che si rivolga all’intera popolazione. Il “se non ora, quando?” potrebbe fare scuola.

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