Tina Anselmi, la donna al capo della commissione chiamata a far luce sulla P2, aveva previsto la possibilità dell’insorgere della P3 e della P4: lo rivelano i suoi diari.
Sono stati pubblicati i diari di Tina Anselmi che riassumono tutta la terribile vicenda della P2 legata a doppio filo con Licio Gelli. Allora era stato il colonello Vincenzo Bianchi a fare una perquisizione a casa dell’uomo che sarà accusato di essere il principale responsabile della loggia segreta che manovrato il potere fino al 1981. Vincenzo Bianchi trova una lista con tutti i nomi che fanno parte della loggia di potere: fra questi anche quello del comandante generale della Finanza. Poche ore dopo Bianchi riceve una telefonata proprio da quest’ultimo che gli dice: “So che hai trovato la lista e so che ci sono anch’io fra quei nomi. Personalmente non me ne frega niente. Ma stai attento perché lì dentro ci sono tutte le persone che contano.”
Prende avvio così l’indagine che porterà a smascherare la più grande cricca affaristica e di potere della storia della prima Repubblica. Avevamo creduto che dopo quella non ce ne sarebbe più stata nessuna. Avevamo creduto che nessun personaggio avrebbe osato sostituirsi a Licio Gelli e invece… altre due indagini hanno svelato gli affari della P3 e della P4, quest’ultima con a capo uno sconosciuto Luigi Bisignani.
Era il 9 dicembre il 1981 quando Nilde Jotti affida a Tina Anselmi la commissione di indagine parlamentare sulla P2. La lista trovata da Vincezo Bianchi contiene 962 nomi. Nell’indagine si sono intrecciati alcuni dei fatti più gravi della storia Republlicana dell’Italia: golpe Borghese, stragismo, lotte di Mafia, omicidi eccellenti (Calvi, Moro, Pecorella, Ambrosoli) e sono coinvolti anche i prelati, il Vaticano…
Insomma una faccenda seria. Alla commissione ad un certo punto arrivano minacce da parte di Monsignori oltre che da tanti altri uomini di potere. Arrivano falsi indizi e false piste. Questo emerge dai diari di quei giorni. Tina Anselmi iniziò a scriverli nel 1983: 773 foglietti dove esprime le sue inquietudini anche di fronte alle minacce violente che le arrivano da tutte le parti. Nel 1986 trova davanti casa del tritolo ma lei non si fa scoraggiare né intimorire. Dirà: “Non ho fatto la staffetta partigiana per farmi intimidire da un monsignore”.
Così scrive Tina Anselmi in un altro dei suoi memoranda: “Le P2 non nascono a caso, ma occupano spazi lasciati vuoti, per insensibilità, e li occupano per creare la P3, la P4…”.