Solo di recente si è identificata la portata di quella che nel 2006 l’Economist ha definito “Womenomics, ossia l’influenza del lavoro delle donne sul mondo dell’economia.
Il futuro appartiene veramente alle donne? Gli economisti di tutto il mondo sembrano crederlo, ma l’Italia, come al solito, sta perdendo il treno del progresso.
Esistono alcuni siti e associazioni che monitorano e si prendono l’onore di tenere i fili del fenomeno in crescita, anche in Italia, delle donne nel mondo del lavoro e dell’economia.Una delle parole che nei Pesi anglosassoni è oggi sulla bocca di molti è Womenomics, una parola creata dall’Economist nel 2006, con la quale si identifica la correlazione tra donne e sviluppo economico.
Secondo la teoria del Womenomics il lavoro femminile è oggi il più importante motore di sviluppo dell’economia mondiale.
Il nuovo sistema di crescita economica è basato sulla connessione di alcune elementi: donne + lavoro + economia + fecondità. Forse anche per questo l’OCSE ha dato recentemente molto peso al fenomeno tutto italiano che vede in aumento la disoccupazione femminile e contemporaneamente il decremento della fertilità nel nostro Paese. Saremmo doppiamente svantaggiati perché abbiamo meno soggetti lavorativi e un tasso di crescita della popolazione pari a zero.
Conoscere l’esistenza di questa teoria economica non è solo un informazione da sventolare nelle discussioni in nome della difesa del femminismo contro il maschilismo dilagante. Ad aver coniato il termine Womenomics è stata infatti un’analista della Goldman Sachs. Ciò significa che il fenomeno è realmente appetibile dal punto di vista economico.
Fino ad oggi nelle nazioni più industrializzate, ad un aumento di ricchezza fra la popolazione, è corrisposto una diminuzione del tasso di fertilità. Colmare le disparità tra uomo e donna e permettere a queste ultime di poter fare figli senza che il loro rapporto col mondo del lavoro cessi è la sfida dei Grandi Paesi per il prossimo futuro. Solo attingendo alla forza lavoro delle donne, fino ad ora poco sfruttata, e aumentando il tasso di crescita della popolazione di Stati come l’Italia, per esempio, si potrà far fronte ai numerosi problemi che si profilano all’orizzonte come:
- Pensioni e wellfare;
- Crescita economica;
- Sviluppo sostenibile.
E questi sono solo alcuni delle domande fondamentali a cui la Womenomics sembra poter rispondere. Naturalmente occorre incoraggiare il fenomeno creando politiche femminili e per la famiglia, diffondendo una cultura condivisa che valorizzi la donna e la educhi a un più alto senso di sé (rispetto a quello che in Italia oggi le donne stesse hanno).
Cosa ne pensate? Il futuro sarà veramente donna? E il futuro italiano?
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