Nell’anno delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia vi proponiamo ulteriori esempi di donne che magari non hanno contribuito a costituire l’Unità nazionale, ma hanno in seguito provveduto a emancipare le donne, promuovendone i diritti e diventando simboli di quella emancipazione femminile che oggi ha bisogno di essere ancora una volta riaffermata.
Per questo oggi parliamo di lei, Tina Anselmi, prima donna ministro in Italia e che ha aperto le strade alle varie Gelmini, Prestigiacomo, Bindi, Carfagna…
Nata a Castelfranco Veneto nel 1924 Tina Anselmi a soli 17 anni si unisce alla resistenza dopo aver visto un gruppo di giovani partigiani impiccati dai fascisti, divenendo staffetta nella Brigata Cesare Battisti. Si unisce in seguito alla Democrazia Cristiana, è l’anno 1944 ed inizia a partecipare attivamente alla vita del partito.
Eccola in una splendida intervista condotta da Enzo Biagi.
In seguito arriva in Parlamento grazie ai voti raccolti nel distretto di Venezia e Treviso dopo essersi laureata all’Università Cattolica di Milano. Maestra elementare e sindacalista del settore tessile tra il 45 e il 48, e, dal ’48 al ’55, a capo del sindacato delle Maestre Tina Anselmi riesce, nel 1966, ad essere eletta come membro del comitato direttivo dell’Unione Europea Femminile di cui sarà vice-presidente nel medesimo anno.
Diventa ministro del lavoro nell’Andreotti III nel 1976 dopo aver speso molte energie in Parlamento tra le fila della DC (sarà nelle commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali). Diventerà quindi la prima donna Ministro italiana. In seguito ricoprirà anche l’incarico di ministro della salute in successivi governi Andreotti.
Negli ultimi anni è stata oggetto di un movimento che voleva promuoverla come Presidente della Repubblica: nel 1996 il movimento è promosso dalla rivista Cuore, nel 2006 da un gruppo di blogger che aveva come slogan “Tina Anselmi al Quirinale”.
Nel 2004 promuove un libro importantissimo per la storiografia e la saggistica italiana:”Tra città di Dio e città dell’uomo. Donne cattoliche nella Resistenza veneta“. In esso Tina Anselmi pubblica anche un suo saggio e l’introduzione.
Questa donna è stata un ottimo esempio di vera italiana e ha promosso il diritto delle donne ad avere il proprio importante spazio in politica.