“La maschera neutra è considerata la prima maschera, quella che permetterà di indossare tutte le altre.”
Jacques Lecoq
Pochi, pochissimi chilometri dall’AbanoRitz e arriviamo al Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori: un centro moderno per la promozione e la valorizzazione della cultura legata alle arti dello spettacolo. Dinamismo e sperimentazione unici al mondo e aperto a tutti.
Inaugurato il 30 dicembre 2004, il museo racchiude le opere di Amleto Sartori e di suo figlio Donato. Amleto Sartori, poeta e scultore, iniziò nel secondo dopoguerra lo studio della maschera della Commedia dell’Arte. Creò una tecnica di modellazione di maschere in cuoio su stampo in legno. Fu l’amicizia con Jacques Lecoq, commediografo francese, a introdurlo nel mondo teatrale iniziando dal Teatro Piccolo di Milano; Lecoq sosteneva che la maschera avrebbe dovuto riuscire a cancellare l’espressione del volto dell’attore, neutralizzarla, e Amleto inventò quindi la cosiddetta maschera neutra, la madre di tutte le maschere.
Amleto Sartori morì di cancro a soli 46 anni lasciando un’importante l’eredità al figlio e allievo nella continuità della sua opera. Ma i tempi erano cambiati, gli eventi davano chiari segnali di mutazione socio-culturale e le maschere… avrebbero dovuto seguire lo stesso corso essendo, per Donato Sartori, della scultura prestata al teatro. Continuò così la collaborazione con i maggiori registi e attori del teatro italiano e francese, iniziando un nuovo rapporto con il teatro d’avanguardia americano ed europeo con opere pluridisciplinari e multimediali.
Donato Sartori nel 1979 fondò, con Paola Piizzi e Paolo Trombetta, il Centro Maschere e Strutture Gestuali, avviando una ricerca autonoma che lo portò ad approfondire la tematica della maschera totale e del mascheramento urbano.
Sin dagli anni 30, Amleto e Donato Sartori hanno dato vita a una collezione che comprende un vero e proprio patrimonio di maschere e sculture, oltre che la raccolta delle ricerche effettuate in tutto il mondo. Il 14 marzo 1997 il Consiglio Comunale approva la concessione in comodato di Villa Savioli con la nuova destinazione a museo, che ospita questo grande patrimonio culturale dall’inaugurazione del 2004.
Villa Savioli era una delle più significative case di villeggiatura dei nobili veneziani del XVII secolo. Per una pura coincidenza, la chiave di volta del portale d’ingresso è costituita da un mascherone: ecco l’ingresso al Museo della Maschera al giorno d’oggi.
Una delle belle notizie di questa estate è il riconoscimento ufficiale della collezione del Museo da parte del Ministero dei Beni e le Attività Culturali che ha decretato l’eccezionale interesse culturale del Museo dedicato alle maschere della Commedia d’Arte. Quasi un secolo di lavoro portato avanti con passione e dedizione con l’obiettivo della conservazione, la diffusione, il recupero e l’approfondimento dell’uso della maschera in Italia e nel mondo.