25/05/2020

Avevo scelto come titolo per la pagina di oggi: GLORIA CONTRO, descrivendovi con pochi esempi come i cibi gluten free, il cinema di impegno civile, i passatisti, i radical chic e i pop up insieme ai rapper, fossero argomenti sui quali discutere in maniera critica e magari fine a se stessa solo per il piacere di farlo. Così mi trovo a confessarvi che Gloria ama il contradditorio più di me: è tanto contro quanto è personalissimo il suo punto di vista, odia talmente l’ovvio da diventare un po’ polemica seppure divertente e così mi sono resa conto che, mentre spiegavo a me stessa quanto sono maledettamente di parte, rischiavo di parlare in terza persona come i matti. Ma tant’è uno dei comportamenti che mi è capitato un paio di volte di riscontrare in alcuni individui e che trovo alquanto bizzarro è, appunto, il parlare di se stessi scivolando nella terza persona o nel plurale majestatis. Leggendo qua e là ho scoperto che il parlare di se in terza persona è uno dei sintomi della Sindrome di Hubris, conosciuta come disturbo di personalità dei potenti, un disturbo simile a quello delle personalità narcisistiche o dell’istrionico. Parlare a noi stessi come se stessimo parlando di un’altra persona ci permette, dicono gli psicologi, di trovare la calma più facilmente poiché riduciamo il coinvolgimento e riusciamo a osservare la situazione in maniera più distaccata e lucida. Insomma, il segreto è parlarci alla spalle. Eppure nella Sindrome di Hubris c’è, ad esempio, la predisposizione a compiere azioni che mettano se stessi in buona luce; un’esagerata preoccupazione per la propria immagine; una fiducia eccessiva nei propri giudizi. Ho fatto un passo indietro e, rileggendo le prime pagine di questo diario, ho ricordato a me stessa perché questo blog è stato battezzato Gloria. Rileggendomi ,a distanza di tempo, ho trovato piuttosto un fastidioso insistente IO altro che terza persona!. È vero, ho fiducia nei miei giudizi e mi diverte smontare le affermazioni altrui soprattutto se troppo assertive. Ma è un esercizio: argomentare mi piace. Come se le mie tesi cercassero sempre la compagnia di una antitesi.

Cerco e istigo il confronto argomentativo tra posizioni diverse, in condizioni di par condicio. Del resto è uno dei principi della Diritto: ciascuna parte deve essere messa in condizione di conoscere ogni richiesta e deduzione dell’altra parte e di formulare le proprie osservazioni in proposito. In filosofia si definisce contraddittorio, due proposizioni che, avendo eguale soggetto e predicato, differiscono sia nella qualità (cioè nell’essere affermativa o negativa), sia nella quantità (cioè nell’essere universale o particolare): se l’una di esse è vera, l’altra è necessariamente falsa. E allora mi permetto stasera di usarvi e, come nel biliardo, nel tentativo di sbocciare, vi butto giù alcune osservazioni di tendenza: sono onnivora e curiosa, posso saltare un pasto senza problemi, ma amo assaggiare e mangiare cibi diversi ecco perché sono sempre meno paziente e comprensiva verso le innumerevoli scelte univoche alimentari. Credetemi, qualsiasi menù io componga per i ristoranti del ritz ci saranno sempre eccezioni, richieste extra e stravaganti allergie. Ho massimo rispetto per i celiaci, ma adesso si sta esagerando! Vogliamo discuterne? Il cinema lo adoro, ma ci sono film che risultano documentari a tema, pellicole interessanti che sanno portare sul grande schermo testimonianze importanti. Il cinema per me è un’altra cosa, uno per tutti Z–l’orgia del potere, un cult politico di Costa Gravas impossibile da guardare se non per i passatisti e i radical chic e non me ne vogliano, ho persone carissime per le quali il passato è mito e amano i fiaschi di vino impagliati, ma i film che amiamo Gloria e io son fatti di altra pasta. Come certi rapper, rispetto ai cantautori, con le loro frasi a effetto che scimmiottano il rap di Harlem confondendolo con l’hip hop. Stilisticamente, il rap occupa un’area grigia tra il discorso, la prosa, la poesia e il canto e forse è questa non appartenenza a lasciarmi fredda. Il pop up è il mio incubo, quella finestra che si apre sullo schermo del computer durante la navigazione in Internet è invadente e insistente. Questi e mille altri argomenti potrei portare alla vostra attenzione e di ognuno, tra me e me, tra me e Gloria, potrei  sostenere mille pro e altrettanti contro… insomma quello che volevo dirvi o sfogare stasera è che mi manca il contraddittorio, mi manca qui, più che mai, in questo albergo che ho imparato ad amare anche vuoto e di cui non ho più paura, mi manca un interlocutore con cui far giocare a braccio di ferro i miei neuroni.

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