Oggi son successe tante cose:
- ho fatto un po’ di spesa dal fruttivendolo e al panificio di via Monteortone,
- ho rivisto a piccoli gruppi i miei collaboratori,
- ho perfezionato il nuovo listino prezzi re-opening 20-21.
Tanto per cambiare, partiamo dalla fine. In questi mesi ho cercato confronti, indizi e dati per decidere cosa e quanto rischiare con la riapertura. Finalmente, seguendo quell’istinto mio che mi guida oramai da 20 anni tra i marosi e le montagne russe di questo difficile ultimo ventennio, suffragata dall’esperienza, dall’ analisi degli indici storici e dall’osservazione attenta delle nuove tendenze/esigenze in atto e dopo aver letto una montagna di decreti, ho intanto deciso la data di riapertura: il 13 agosto si riapre con il botto! Peraltro continuo a pensare che da oltre 10 anni siamo sempre rimasti chiusi nel mese di luglio e questo oramai è entrato nella testa di tutti, dunque bene così: tutto new normal. Prima però, l’8 giugno, si riattiverà il solo reparto cure con le terapie convenzionate per tutti gli avventori che vorranno accedere a protocolli termali rimborsabili. Per chiunque mi stesse leggendo, l’invito è di approfittarne, senza i clienti stanziali, in totale sicurezza, le nostre thermæ sono a disposizione dei molti che credono nella fangoterapia preventiva, miorilassante, antalgica e detox; nella balneoterapia in vasca termale ozonizzata per favorire una corretta circolazione dopo mesi di scarsa attività fisica; le insufflazioni e le terapie ORL per rafforzare le difese immunitarie delle vie respiratorie e per combattere le allergie legate ai cambi di stagione. A luglio conto invece di riaprire piscine e parco con pic-nic, favorendo quanti, pochi comunque per via delle tante e diverse difficoltà, non avranno la disponibilità di prendersi una vacanza al mare, ma sentiranno il bisogno di una mezza giornata per staccare; e, finalmente, in agosto, ultimo step, l’intero ritz verrà riaperto. Per allora ci si potrà finalmente spostare senza troppi drammi, probabilmente anche dalle nazioni confinanti potranno raggiungerci, in macchina, con maggior fiducia… così, a piccoli passi, tutto dovrebbe risultare meno traumatico e convulso, soprattutto, risulteremo più agili di fronte a eventuali ,inaspettati, altri, accadimenti. Nel frattempo, guarderemo alle buone prassi dei colleghi che ci avranno preceduto, sarà passato un po’ di impasse psicologico e, magari, sarà significativamente rientrata la curva pandemica. Voi cosa ne pensate? Mi sono laureata, incinta del mio secondogenito Francesco, in lettere con una tesi in medievalistica, quindi, pur capendone di baratto, cosa che di questi tempi potrebbe anche tornare utile, non ho nessun bagaglio di cultura economica; eppure, in questi anni ,ho masticato tanti di quei numeri che oggi, alla faccia dei modelli finanziari, sono diventata una piccola esperta di management e revenue, non capisco le formule e non so costruire fogli Excel, ma ho imparato a padroneggiare i numeri e le statistiche in maniera predittiva; così ho pensato , se non si mette di mezzo l’ennesima variabile impazzita, di proporre un nuovo tariffario ALL INCLUSIVE sperando funzioni. Se, come mi auguro, ricavi e, sicuramente, perdite iniziali andranno a incasellarsi bene, magari mi prendo una laurea ad honoris causa più che in economia e commercio in crisi d’impresa e salvataggio del patrimonio che non è soltanto mero denaro, ma risorsa umana e storia del ritz.
E veniamo al secondo punto, quello fondamentale. Dal 9 marzo e per tutto il lockdown, dopo neanche 3 mesi, che però sembrano 3 anni, finalmente la hall è stata abitata da persone diverse, ma uguali a me perché tutte legate alla vita del ritz. Infatti ho voluto dedicare l’intero fine settimana a incontrare i collaboratori, in piccoli gruppi contingentati accolti tra i salotti disposti in maniera da mantenere un metro abbondante di distanza tra poltrona e poltrona. Lo staff si è rivisto e reincontrato felice, questa è la mia sensazione, di rimettere piede, in qualche modo, in albergo, soddisfatto di poter condividere. Non è mancato nessuno all’appello, hanno partecipato anche coloro che il mese prossimo andranno in pensione e quanti hanno i contratti a termine scaduti. Non vedevo l’ora di aggiornare tutti quanti, affrontarli sottoponendo loro criticità, strategie prossime e punti di forza, è stato come sdraiarsi sul lettino dello psicanalista. Quel che ho capito definitivamente è che la comunicazione interna virtuale per quanto puntuale e attenta non può essere sostitutiva semmai solo palliativa. Sono emotivamente provata, ma contenta di avere avuto il tempo di parlare e di ascoltare un po’ tutti: da Hidar ad Alessandro, da Robert a Mimmo, da Antoaneta a Veronica. Bello poterci contare!
E torniamo al punto di partenza ovvero alla mia spesa. Ho spesso desiderio di pane fresco e oggi in panificio ho esagerato così come mi son fatta prendere la mano da Toni di fronte alle sue cassette di frutta fresca: ciliegie, albicocche, meloni, pesche, pere nuove… tornando in albergo con le sporte piene mi sono chiesta qual è la disposizione d’animo e la forma mentis di chi sa far la spesa solo con la lista scritta o di chi invece parte in missione con un’idea precisa di ciò di cui ha bisogno o magari chi, piuttosto, si fa sorprendere o suggerire da ciò che trova esposto. Insomma fare la spesa è più un piacere o un dovere? Certo, a mio avviso, ma senza giudicare, il divario di genere fa la differenza: gli uomini fanno la spesa in maniera diversa dalle donne? Poi c’è un realistico problema quantitativo: tenete famiglia o siete single? Senza dubbio crea discrimine una diversa oculatezza economica e abitudini alimentari individuali. Non sottovaluterei l’ambiente ovvero fare la spesa al supermercato, nel negozio del quartiere o nei banchi del mercato aperto spingono chiunque ad acquisti disuguali. Oggi da Toni dai pomi boni e da Aldo alla Bottega del pane non ho comprato da donna-single-onnivora ciò che mi mancava nel frigo troppo grande del ritz, che appare sempre troppo vuoto, ma ho acquistato con il cuore e le papille ovvero spinta dalla memoria del gusto.