Per chi sta seguendo gli episodi di Gloria, sicuramente avrà capito come AbanoRitz e moda vadano a braccetto. La moda negli anni è cambiata in uno stile sicuramente più casual di quello sfoggiato per anni da Emma Barillari (sì, perché questo era il cognome da nubile della mamma di Terry e Ida Poletto). Oggi, soprattutto con i tempi che corrono, le tute da ginnastica e le sneakers sono sempre più ricercate principalmente per la loro comodità e superano ormai l’essere legate al mondo dello sport.
Già all’epoca delle prime Olimpiadi, gli atleti indossavano calzature ergonomiche per lo svolgimento degli esercizi fisici. Gli indiani, invece, per proteggere la pianta del piede, si spalmavano una sorta di lattice ricavato dalla corteccia di caucciù.
Nel 1839 Charles Goodyear inventa la gomma vulcanizzata, cioè una sostanza elastica, impermeabile e plasmabile ottenuta da gomma chimicamente legata allo zolfo tramite riscaldamento. Questo materiale viene usato per le prime scarpe da ginnastica, prodotte in Inghilterra e chiamate Plimsoll, in onore di Samuel Plimsoll. Quest’ultimo, aveva infatti ideato la linea di galleggiamento sulla fiancata delle navi per segnalare i limiti di carico e la striscia in gomma bianca ai lati delle scarpe la ricordava molto. Una volta sbarcato negli Stati Uniti, il prodotto finale prende il nome di Sneakers, dal verbo to sneak, cioè “avvicinarsi silenziosamente”, termine che arriva fino ai nostri giorni.
Nel XX secolo la scarpa sportiva ha un’evoluzione e un’espansione strabiliante. Ogni disciplina sportiva inizia ad avere una sua propria linea di scarpe, migliorata e adattata secondo lo sport, sia dal punto di vista dei materiali che dalla tecnologia di produzione.
Nel 1916 inizia la vendita delle Keds modello “Champion”, scarpe in tela con la suola in gomma: la prima sneaker prodotta in serie. Questa tipologia di scarpa diventa quindi un prodotto per la massa e non esclusivamente per pochi privilegiati. Verso gli anni 20, la Converse lancia il modello All Star grazie al supporto di Chuck Taylor, cestista e allenatore statunitense: un enorme successo.
Arriviamo così al 1924 a Herzogenaurach, in Germania, dove i fratelli Rudolf e Adolf “Adi” Dassler entrano nel mercato aprendo un’azienda specializzata in scarpe sportive. Come tutte le grandi aziende, anche questa inizia da piccoli spazi: la lavanderia di casa.
Siamo alle Olimpiadi del 1936 quando la squadra americana di basket si presenta con le Converse ai piedi e il velocista Jesse Owens vince quattro medaglie d’oro indossando le scarpe da corsa dei fratelli Dassler.
Dopo la seconda guerra mondiale, i due fratelli si separano malamente. Il litigio più conosciuto è quello successo durante un bombardamento nel 1943. Nascono così due marchi in concorrenza tra loro e ancora oggi in testa nel mondo sportivo: Adolf fonda Adidas e Rudolf dà vita a Puma. Un film tedesco racconta la loro storia: Duell der Brüder – Die Geschichte von Adidas und Puma (trad. Il duello dei fratelli – La storia della Adidas e della Puma), di Oliver Dommenget e trasmesso in televisione per la prima volta nel marzo 2016.
Negli anni 50 il boom. Le star del cinema vestono le sneakers non solo per lo sport, ma nella normalità quotidiana con i jeans. Questo stile di scarpe diventa così simbolo di moda, culto, ribellione ed emancipazione e in circa venti anni la sua diffusione arriva ai massimi livelli. Phil Knight, studente della Oregon University, fonda con Bill Bowermann, suo allenatore, la Blue Ribbon Sports nel 1964 e iniziano la commercializzazione delle giapponesi Onitsuka Tiger negli Stati Uniti. Visto il successo, decidono di creare un proprio marchio e il lampo di genio viene dalla macchina per fare i waffle. Nel 1971 nasce Nike, nome scelto in onore della dea greca alata che personifica la vittoria.
Le prime suole Nike sono disegnate da Bill Bowerman che dimentica un paio di Tiger sopra la macchina per i waffle di sua moglie sciogliendone la gomma. Si forma così la tipica suola con struttura a quadretti che ancora oggi contraddistingue le scarpe Nike.
Le scarpe da ginnastica sono ormai onnipresenti nelle nostre strade e rappresentano ognuno di noi. Dalle scarpe si capiscono molte cose di un individuo, ma le scarpe da ginnastica hanno molteplici significati lasciando trasparire gli interessi, la cultura, la classe sociale.
Vince su tutti il semplice desiderio di muoversi comodamente. E per non dimenticare… eccovi la ricetta dei waffle (anche senza l’apposita piastra).
Preparazione per 4 persone:
Montare a neve gli albumi di 4 uova con un pizzico di sale. A parte, sbattere i tuorli con 100 grammi di zucchero e incorporare 60 grammi di burro fuso, 200 grammi di farina e una bustina di vanillina. Unire tutto e l’impasto è pronto.
Padella in mano e via! Bisogna cuocere la pastella finché non sarà dorata e poi metterla su un piatto. A questo punto si avranno tante frittellone da intagliare come si vuole una volta raffreddate.
Per avere un simil-waffle, prendere un coltello e tagliarle a quadrato intagliando dei piccoli quadratini al centro. Oppure si possono anche usare delle piccole forme quadrate da incastrare nell’impasto mentre cuoce per ottenere l’effetto nido d’ape.
Dal caramello alla cioccolata, passando per frutta e panna montata, o ancora col gelato e granelle varie… la guarnizione è soggettiva. Buon appetito!