01/05/2020

Scaldiamo l’albergo grazie alla geotermia, abbiamo dosatori di detersivi in ogni reparto per evitarne l’abuso e lo spreco, facciamo la raccolta differenziata e da qualche mese avevamo cominciato un percorso plastic-free insomma per ridurre l’utilizzo della plastica al “ritz”… ora su quest’ultimo punto mi aspetto che per ogni piccolo passo fatto in avanti ne faremo due, grandi, indietro. E non sono solo mascherine e guanti a preoccuparmi, ma tutto quanto dovremmo proporre ai nostri ospiti di incartato, monoporzionato, sigillato, sterilizzato… Quintali di plastica per proteggerci dal rischio di vivere? Non voglio usare GLORIA per dirvi cosa fare ma dopo aver letto tre diversi protocolli –uno nazionale di 29 pagine, uno regionale integrativo di altre 10 pagine e uno a uso delle strutture termali di 24 pagine- sulle misure igienico-sanitarie e di sicurezza da adottare nelle strutture ricettive per la prevenzione della diffusione del virus e la gestione dell’emergenza epidemiologica (già il titolo spaventa per quanto è lungo e complesso nella forma come nel contenuto), non so più cosa pensare MA quello che so per certo è che i miei Ospiti, per una buona parte fidelizzati, o comunque clientela che ci sceglie per “stare”, ha un suo ricordo della vacanza al “ritz”, che appunto è un hotel di soggiorno e non di passaggio, un hotel dove si va per “star bene” (questione delicata quest’ultima perché non necessariamente sovrapponibile a un vago “non stare male”). Se ci pensate bene la destinazione turistica termale ha motivazioni molto forti ovvero le ragioni nella decisione di una vacanza di salute e benessere sono specifiche e peculiari. Ora i guru del marketing turistico, continuano a usare il suffisso, rigorosamente inglese, NEW nelle loro lectio magistralis tralasciando tutte le incertezze e le difficoltà di una riapertura delle aziende alberghiere e trattando, con qualche luogo comune di troppo, la parte emotiva di chi uscirà un po’ confuso e disorientato dalla cattività psicologica e fisica di questi 3 mesi, probabilmente con i sensi ripuliti come i canali di Venezia, ancora con molta paura e magari con il desiderio di una vera, nel senso di autentica, vacanza (avendo comunque e come pre-requisto tempo e soldi da spendere).

Ho iniziato a parlarvi attraverso GLORIA come una specie di ventriloquo che emette parole dal cuore invece che dall’ugola e vi ho raccontato che l’ospitalità è il lavoro più antico del mondo, che la bontà e i benefici del turismo termale sono testimoniati fin dal tempo dell’Impero Romano, che il “ritz” vanta una storia di oltre mezzo secolo, che io compirò 60 anni il 21 luglio (termine ultimo del mio percorso da blogger) e sono alla quarta generazione di un matriarcato dedito all’hotellerie… ma allora mi dite che Valore ha ciò che “resiste”? Potrei semplificare di molto affermando che: il valore di una coppia che resiste è nell’amore, di un’amicizia è nel rispetto, di un oggetto è nella sua rarità, di un vino d’annata è nella sua buona conservazione… e di una vacanza? Nell’era della società egoista ed edonista, della vita liquida e anche un po’ sgasata, del mordi e fuggi come dell’usa e getta, la vacanza resta l’unica frazione di tempo a cui si richiede di rispondere alle nostre esigenze e alle nostre aspettative perché il tempo della vacanza non si restituisce come una maglia fallata, ma resta e resisterà nei nostri ricordi, una volta anche nelle foto e nelle cartoline come oggi nei selfies e nei social. Il suo vero valore, il valore vero di una vacanza sta nella memoria di chi la vive.

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