“Con la naturalezza e la sincerità spesso si compiono rivoluzioni senza averne avuta l’intenzione.”
Christian Dior
Fino al 3 novembre 2019, Villa Pisani apre le sue porte con la mostra “Intramontabili eleganze. Dior a Venezia nell’Archivio Cameraphoto”. Un’occasione per poter ammirare una mostra fotografica unica nel suo genere. L’agenzia fotografica veneziana, fondata nel 1946 da Dino Jarach, immortala intriganti scorci veneziani coprotagonisti della campagna mondiale del 1951 di Christian Dior, il sarto, forse il più popolare, della prima metà del XX secolo. Questo imperdibile evento permette anche di visitare “la regina delle ville venete”.
“Volevo che gli abiti fossero ‘costruiti’, modellati sulle curve del corpo femminile del quale avrebbero stilizzato le forme”, raccontava Dior che, con la rivoluzione del New Look, riportò la Parigi del dopoguerra in auge dal punto di vista della moda. Questa collezione Haute Couture è presentata al 30 di rue Montaigne a Paris il 12 febbraio 1947 da un Christian Dior appena 42enne. Rotondità delle spalle, enfasi donata al busto da una vita stretta, sontuose gonne a campana. La fine dell’austerità e un ritorno alla femminilità racchiusi in 95 modelli che ricordano il passato proiettandosi sul futuro, in antitesi al modello femminista che ritrae la donna affermata di Chanel. Tra questi spicca sicuramente il Bar, un tailleur nero e avorio dal taglio elaborato e inimmaginabile. Le linee si ispirano all’architettura interna dell’epoca e negli anni è diventato una delle icone di Christian Dior.
Al contrario del nome attribuitogli, questa collezione non era poi così innovativa, ma prendeva moltissimo spunto dalla moda francese di fine ‘800. Non a caso, Dior stesso disse di essersi ispirato agli eleganti vestiti che indossava sua madre. Questo ci riporta quindi alla fine del XIX secolo, la stessa epoca delle diverse stampe che popolano i muri dei nostri piani classic elegant prese da “La mode illustrée”, uno dei più conosciuti settimanali di moda francese in gran formato curato da Firmin Didot. Queste stampe, rappresentanti la moda Vittoriana dell’epoca, erano colorate a mano e inserite direttamente nella rivista, seguite da una serie di pagine descrittive. La prima pubblicazione è del 1859 e usciva solitamente la domenica. Fino al 1872 ha creato alcuni dei migliori disegni di moda dell’epoca: le sue incisioni erano più grandi, più dettagliate e artisticamente più colorate di quelle dei suoi concorrenti inglesi, francesi o americani. Tuttavia, visto il costo quasi proibitivo di pubblicazione di queste opere originali, “La mode illustrée” chiuse le porte.
Vi aspettiamo all’AbanoRitz per ammirare le diverse tavole “gelosamente condivise” e perché no, magari per concedervi una piccola gita fuori porta a Villa Pisani. La maestosa villa dei nobili Pisani, importante famiglia aristocratica veneziana, ha ospitato nelle sue 114 stanze (oggi 168) dogi, re e imperatori. Inizialmente era una semplice costruzione cinquecentesca, riammodernata nel Seicento e poi completamente ristrutturata nel 1721 su progetto di Girolamo Frigimelica. Il crollo della Repubblica e il vizio del gioco indebitarono la famiglia Pisani portandoli alla vendita. Nel 1807 venne comperata da Napoleone Bonaparte, ma nel 1814, dopo Waterloo, arrivò la famiglia imperiale asburgica, divenuta signora del regno Lombardo-Veneto. Oggi è un museo nazionale che espone arredi e opere d’arte del Settecento e dell’Ottocento.