Ieri si è tenuta una conferenza a Roma dove il presidente ABI Mussari ha sottolineato le difficoltà di crescita dell’Italia legate anche alle dimensioni troppo ridotte delle aziende italiane.
Oggi, nel giorno in cui si decide il futuro di FIAT in Italia, discutiamo proprio di crescita economica nel nostro Paese riflettendo anche sulle parole di Mussari pronunciate ieri. Il presidente dell’ABI ha infatti affermato: “In valori assoluti, a fine 2010, la capitalizzazione complessiva delle società quotate sui mercatii gestiti da Borsa Italiana si è attestata a circa 430 miliardi di euro , contro i 4.400 miliardi di euro delle società quotate alla Borsa di Londra“. Riflettendo su questo dato ci si rende conto di come ci sia una reale difficoltà per le aziende italiane di farsi quotare in borsa. Complice il fatto che le dimensioni della maggior parte delle nostre imprese rimane troppo piccola per arrivare sui listini dei titoli azionari.
Non che questo sia per forza un male. Se infatti un’azienda medio piccola finisce in borsa di solito significa, almeno in Italia, che naviga in cattive acque. Le aziende medio-piccole sono quasi sempre legate agli sforzi di poche persone o di una famiglia.
Mussari però se la prende con una carenza di strumenti che portino gli investitori specializzati a mettere denari in aziende a ridotta capitalizzazioni. Strumenti, dice Mussari, come “Agevolazioni fiscali per le persone fisiche e le imprese che sottoscrivono quote”.
Un altro dato invece emerge dall’analisi delle politiche economiche del resto d’Europa. La Germania che nel 2009 aveva perso, al pari dell’Italia, 5 punti percentuali del pil, è cresciuta nell’ultimo trimestre del 2010 di più di 2 punti contro lo scarso 0,4 del nostro Paese. Su base annua la Germania è già cresciuta del 4%.
A spingere e a rimettere in corsa la Germania, che è il Paese Europeo con il più alto export (al secondo posto c’è proprio l’Italia), sono state politiche avvedute fatte prima della crisi. La Germania usciva penalizzata da due fattori: l’entrata in Eurolandia e la fusione delle due Germanie. Politiche mirate alla diminuzione dell’intervento statale nel Wellfare, investimento di denaro in ricerca e capacità di creare postazioni stabili fatti sia di investimenti che di collaborazioni in paesi emergenti. Alcuni esperti credono sia questo il motivo dell’attuale exploi tedesco. Un successo ottenuto anche grazie alle politiche attuate dal cancelliere Tedesco Angela Merkel.
E noi? Noi rischiamo di rimanere indietro, impantanati da un esecutivo che non sembra avere la forza necessaria per fare le riforme necessarie che, comunque, necessitano di tempi lunghi per l’attuazione. Così probabilmente il governo mira a politiche di più rapida attuazione che determineranno dei palliativi.
E voi che ne pensate? Molte delle parole pronunciate da Mussari riguardano proprio le donne che statisticamente hanno aperto e sono titolari del maggior numero di imprese in Italia nel 2010.