Graziata Asia Bibi: è libera!

Il presidente pakistano Asif Ali Zardari ha concesso la grazia ad Asia Bibi, la prima donna cristiana a essere stata condannata a morte per blasfemia. Lo riporta The Christian Post, precisando che la donna e’ stata rilasciata.  Intanto emergono nuovi dettagli sul caso della donna cristiana condannata a morte per blasfemia da un tribunale islamico. I suoi aguzzini l’avrebbero stuprata prima di consegnarla alla polizia. Sarebbe stata la stessa Asia Bibi a raccontare l’episodio dello stupro al governatore del Punjab, Salman Taseer, che sabato scorso l’ha visitata nel carcere vicino a Lahore dove è rinchiusa. Nella stessa occasione il governatore ha ricevuto dalla donna la domanda di grazia presidenziale, impegnandosi a consegnare la richiesta personalmente a Zardari. All’origine dell’accusa di blasfemia, un’accesa discussione sulla religione con le sue colleghe di lavoro, tutte musulmane, in cui Asia, operaia agricola, madre di cinque figli, fu accusata di aver offeso il profeta Maometto. Sottratta all’ira delle sue compagne che la picchiavano, fu trattenuta da alcuni uomini musulmani prima dell’arrivo della polizia. E qui – secondo il racconto della donna – si sarebbe consumata la violenza. E il 9 novembre scorso la sentenza di condanna a morte. Ora però cresce l’ottimismo verso la grazia presidenziale. ”In base alle mie investigazioni si e’ trattato di una disputa personale – sono state oggi le rassicuranti parole del ministro Bhatti, anche lui cristiano – e la donna non ha commesso nessun reato di blasfemia”. Ieri attivisti per i diritti umani della ”All Pakistan Minorities Alliance” (Apma) hanno manifestato in strada a Lahore chiedendo il rilascio di Asia Bibi e l’abrogazione della legge sulla blasfemia, che causa enormi sofferenze alle minoranze religiose. La protesta era guidata da Najmi Saleem, cristiana, coordinatrice femminile della Apma, e membro dell’Assemblea provinciale del Punjab, che ha dichiarato: ”Le minoranze in Pakistan vivono sotto costante minaccia di violenza. Asia Bibi non ha commesso alcun crimine e merita la libertà. “Continueremo la nostra lotta per l’abolizione della legge sulla blasfemia, anche se sappiamo -ha aggiunto Najmi Saleem – che è molto difficile in un paese dove dilaga l’estremismo islamico, i militanti minacciano di morte me e chiunque si impegni per l’abolizione: ma la nostra speranza non muore. Abbiamo anche l’appoggio di numerose Ong e personalità musulmane, dato che la legge colpisce anche i musulmani”. In risposta alla manifestazione dell’Apma, i leader religiosi islamici dell’organizzazione Tahafuz Namoos-e-Risalat Mahaz (Tnrm) hanno annunciato che ”resisteranno strenuamente a ogni tentativo del governo di abolire la legge” e che ”ogni modifica dev’essere concordata con i leader islamici”. Muhammad Ali Naqashbandi, Segretario Generale della Tnrm, ha criticato il Governatore Salman Taseer per il sostegno al rilascio di Asia Bibi, annunciando per il 24 novembre una protesta pubblica davanti al Palazzo del Governatore. La sua posizione, ha detto, ”ferisce milioni di musulmani” e ”li costringerà a seguire le orme di Ghazi Ilmuddin Shaheed, che ha ucciso un colpevole di blasfemia”. La frase si riferisce alla storia di Ghazi Ilmuddin Shaheed, definito ”eroe della blasfemia”: era un carpentiere di Lahore che nel 1929 ha ucciso lo scrittore Shaheed Mahashay Rajpal, autore di un libro ritenuto blasfemo verso il profeta Maometto.

Fonte: La Stampa.it

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