Chiaro e diretto il messaggio di Daniela Boscolo al ministro Giannini
L’insegnante di Porto Viro, in provincia di #Rovigo, è tra i migliori 50 docenti al mondo
Se l’insegnamento agli studenti rappresenta una missione, quello destinato agli studenti disabili rappresenta, per Daniela Boscolo, una missione straordinaria.
Daniela Boscolo, di Porto Viro in provincia di Rovigo, è stata inserita nella lista dei 50 migliori insegnanti del mondo dalla Varkey Foundation. E’ diventata un vero e proprio punto di riferimento per moltissime persone che quotidianamente le scrivono per avere consigli, suggerimenti, supporto. Ma in questo caso è stata lei stessa a prendere carta e penna e scrivere una lettera la ministro all’istruzione Giannini e al sottosegretario Faraone.
L’insegnante veneta ha deciso di farsi portavoce per quanto riguarda le difficoltà che investono gli insegnanti di sostegno e i loro allievi.
«La parola “Inclusione” in molte scuole è un involucro vuoto» scrive Boscolo. «Al di là delle poche risorse, quello che fa più male è l’indifferenza, l’isolamento, l’inadeguatezza professionale di troppi docenti che considerano lo studente con disabilità “un corpo estraneo” rispetto alla classe». «Sembra che la qualità dell’apprendimento per i ragazzi con disabilità non sia una questione prioritaria: dietro a questo si nascondono tutta la superficialità, e menefreghismo che hanno caratterizzato il processo di integrazione prima e di inclusione poi di questi ragazzi nelle classi normali. Come giustificare, altrimenti, la mancata formazione dei docenti di classe che dovevano, allora, e dovrebbero, ora, insieme all’insegnante di sostegno, realizzare, attraverso una didattica efficace, l’inclusione degli studenti “speciali”?» Tutto viene lasciato all’iniziativa personale.
«In origine l’integrazione doveva essere attuata attraverso la prestazione di “insegnanti specializzati”. Tale delicato compito, infatti, doveva essere affidato a personale di ruolo con preparazione specifica e formazione quindi superiore rispetto ai colleghi curricolari. Nel corso degli anni, però, si è abbandonata la definizione di “docente specializzato” a favore dell’insignificante “docente di sostegno”, puro caso? C’è una bella differenza tra le definizioni “docente specializzato” e “docente di sostegno”. Tolta la parola “specializzato” il gioco è diventato semplice: chiunque poteva insegnare ai ragazzini con disabilità. Siamo arrivati di recente poi, nella scuola secondaria di secondo grado, alla soppressione delle aree di specializzazione (per favorire non certo l’apprendimento dei ragazzi con disabilità i quali hanno diritto ad avere un “sostegno” competente».
Daniela Boscolo si rivolge anche al sottosegretario che sta lavorando alla riforma del sostegno, scrivendo: «La disabilità non è la persona, un ragazzo con sindrome di down o autistica non è la sindrome stessa. Ho avuto molti ragazzi con sindrome down o autistici e tutti completamente diversi. Quello che i serve è una maggiore dimestichezza con i diversi metodi e approcci di insegnamento». Boscolo è contraria alla separazione di carriera del docente specializzato da quella dei docenti curricolari: avere insegnanti curricolari specializzati, spiega, sarebbe il modo migliore per favorire davvero l’integrazione, perché ogni docente saprebbe essere curricolare e insieme “di sostegno”. Difficile? «Chiudete gli occhi immaginate di vederli e per un istante pensate che siano i vostri figli o nipoti, vedrete che la soluzione giusta arriverà».