VENETO: NUOVO REGISTRO INFORMATIZZATO PER GESTIONE OSTEOPOROSI SEVERA, PRIMI DATI DAI CENTRI CONFERMANO RISULTATI POSITIVI SU APPROPRIATEZZA E CONTENIMENTO COSTI
In occasione del 7 Congresso ANEOP (Associazione Nord Est Osteoporosi) in programma a Verona fino ad oggi, gli esperti del Nord Est dell’osteoporosi, hanno presentato i primi risultati del Progetto OSVE, che vede, con l’istituzione di un registro informatico, il Veneto all’avanguardia nella gestione dell’osteoporosi severa.
Dal 7° Congresso ANEOP, in questi giorni a Verona, presso Hotel Crowne Plaza, dove in programma la Tavola Rotonda “Le Regioni e l’Osteoporosi: l’esempio del Veneto” arrivano i primi risultati dell’innovativo progetto OSVE, realizzato dai centri di riferimento regionali, su una patologia, l’osteoporosi severa, che colpisce una considerevole percentuale di donne in menopausa.
“Le fratture di femore rappresentano un grave problema di salute pubblica sia in termini di mortalità e morbidità, che di impatto socio-economico. – dichiara il Professor Sandro Giannini, responsabile del Centro di riferimento Regionale Osteoporosi della Università di Padova.
L’incidenza di frattura di femore nella Regione Veneto si è ridotta nel decennio 2000-2011. In linea con la volontà di continuare a incidere in modo positivo sulle conseguenze cliniche dell’osteoporosi, la Regione Veneto ha messo in atto un progetto finalizzato a verificare e migliorare l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci per l’osteoporosi severa, notoriamente di costo ragguardevole, nonché a verificare efficacia e sicurezza della terapia stessa. Il progetto ha comportato una rivisitazione completa dei Centri già accreditati, operandone la selezione sulla base di criteri fondati sulla buona pratica clinica. E’ stato creato – spiega Giannini – un Registro informatizzato, unico in Italia, cui tutti i Centri accreditati dalla Regione fanno riferimento per la prescrizione dei farmaci per l’osteoporosi severa. Questo Registro permette già oggi e permetterà maggiormente in futuro una migliore caratterizzazione del paziente che accede alla terapia ed una costante garanzia di appropriatezza prescrittiva. Sarà inoltre possibile verificare e monitorare in modo semplice entità dei benefici e degli effetti collaterali indotti da questi farmaci.”
Sul tema della prevenzione dell’osteoporosi, altro oggetto di discussione della tavola rotonda, il Professor Silvano Adami, Responsabile del Centro di riferimento Regionale per l’Osteoporosi dell’Università di Verona, sottolinea come oggi i Medici siano chiamati a considerare tutti i fattori di rischio di frattura del singolo paziente (età avanzata, familiarità per fratture, uso di farmaci dannosi per l’osso, fumo, basso peso corporeo) ed a provvedere a realizzare una stima personalizzata del rischio solo sulla base del quale si deciderà se iniziare un trattamento farmacologico. “Bisogna sottolineare – spiega Adami – che oggi grazie alla raccolta dei dati abbiamo strumenti in grado di stimare il rischio di frattura addirittura nei successivi 10 anni.”