di Federica Favaro
E’ al cinema TRACKS, racconto di un’incredibile traversata del deserto australiano compiuta da una giovane donna nel 1977, in cerca di se stessa. Un viaggio per mettersi alla prova e scoprire qualcosa in più su di sé, compiuto a piedi e con la sola compagnia di un cane e di quattro cammelli, addestrati dalla stessa protagonista della vicenda, Robyn Davidson.
Poco nota in Italia, è invece molto popolare in Australia, dove il romanzo autobiografico della Davidson è diventato un vero best seller, finora mai approdato al cinema anche per le riserve dell’autrice. Per tutto il film, seguiamo le “tracce” della Davidson in tutte le fasi salienti della sua avventura: dal periodo passato a conoscere e ad addestrare i cammelli, all’incontro con gli aborigeni, passando per il rapporto di amore e odio con il fotografo di National Geographic Rick Smolan (Adam Driver), che la seguì in alcune tappe del suo peregrinare e ne immortalò l’impresa. Il tutto è intervallato da flashback dell’infanzia del personaggio, volti anche a fare maggior chiarezza riguardo alla spigolosità del suo carattere e alle ragioni profonde di un viaggio attraverso il deserto dell’Australia, ma anche attraverso quello della propria anima.
Un certo gusto vintage, richiama il fascino di mappe, bussole ed esploratori, mentre il film si concentra soprattutto sull’espressività della protagonista e mantiene toni sempre moderati, tesi a smorzare anche le situazioni potenzialmente più ricche di tensione. La regia di John Curran punta soprattutto sui grandi spazi e paesaggi straordinari, forse anche per rispetto e per coerenza rispetto al carattere schivo, riservato e diffidente che distingue la stessa Robyn Davidson. Ne risulta un viaggio interessante sia dal punto di vista etnografico che da quello psicologico. Un decisivo contributo all’atmosfera del film arriva comunque dall’attrice protagonista, Mia Wasikowska.
[La recensione è stata scritta in occasione della presentazione de film all’ultimo Festival di Venezia]