Aprire un’attività d’imprenditoria e stipulare la più vantaggiosa tra le assicurazioni alle imprese: una piccola guida per le donne imprenditrici d’Italia
In periodi di crisi e incertezze economiche, insieme al pensiero di tutelare noi stessi e i nostri beni c’è ovviamente anche il desiderio di risparmiare. La stipula delle assicurazioni è necessaria a salvaguardarci, ma la spesa per mettere al sicuro la nostra vita, le nostre vacanze e le nostre automobili a volte risulta essere davvero elevata: per questo sono ormai molte le possibilità di confrontare le assicurazioni online più convenienti proposte dalle diverse compagnie, che consentono di abbattere costi di gestione previsti normalmente per assicurazioni stipulate “offline”. Se poi si tratta di dover mettere in cantiere l’ambizioso progetto di aprire un’attività e diventare imprenditrici di noi stesse, il bisogno di tutela si fa sempre più elevato e così anche il rischio per il nostro portafogli di disperdere energie monetarie che vorremmo investire nell’attività.
La copertura assicurativa per l’impresa che metteremo in piedi è necessaria per correre in soccorso all’azienda e ai nostri dipendenti, persino ai prodotti che venderemo ed alcune polizze sono obbligatorie per legge. In questa piccola guida per le donne coraggiose che vogliono lanciarsi in questa sfida, vi mostreremo le più importanti da considerare. Innanzitutto, bisogna provvedere alla stipulazione di una polizza per responsabilità civile, che consenta all’azienda nascente di tutelarsi in caso di danni a terzi – cose o persone che siano – da parte di operai (citiamo la RCTO – Responsabilità Civile Terzi e Operai) durante lo svolgimento del lavoro.
Ancora, se la nostra futura azienda proporrà prodotti finiti, sarà necessario stipulare anche una RC di prodotto, atta a proteggere l’impresa in caso di beni difettosi: si coprono così tutti i danni causati a cose e al consumatore finale e dal prodotto mobile, risalendo fino alle materie prime utilizzate per produrlo. Sono così responsabili, per legge, tutti i produttori di ogni singola parte, compresi quelli del settore alimentare, se non riescono a dimostrare che il danno sia stato dato dal prodotto “in toto”, così, per ultimi aggiornamenti in materia, anche i distributori.
Il produttore del bene non viene invece considerato responsabile civilmente nel caso in cui non ha distribuito il prodotto e se il difetto sotto accusa non c’era al momento dell’immissione sul mercato. Inoltre può essere sollevato da responsabilità se riesce a dimostrare che, al momento della produzione, le conoscenze tecniche a disposizione non permettevano di realizzare un prodotto migliore.
Sia RCTO che la RC di prodotto sono polizze che prevedono quasi sempre la franchigia, che se accettata consente all’impresa di abbassare il costo del premio assicurativo, e un massimale, mai illimitato, come nel caso delle RC Auto: in ogni caso alcuni consulenti di gestione del rischio d’impresa consigliano di pagare il premio con il massimale più alto possibile.
Insieme a queste utili polizze, sarà necessario tutelare da eventi straordinari la catena produttiva: esiste quindi la possibilità di stipulare polizze che consentano di proteggersi da danni patrimoniali o finanziari a causa di incidenti subiti. Si tratta di un gesto di responsabilità nei confronti dei fornitori e dei clienti, mettendo al riparo da rischi interni (la produzione che si blocca o la liquidazione di un dipendente stipendiato) ed esterni (manifestazioni, calamità naturali, ecc) non solo macchinari e beni dell’azienda, ma anche merci e imballaggi, anche quando sono in movimento.
Per tutelare a tutto tondo l’impresa, comunque, alcune compagnie offrono polizze “all risks”, capaci di proteggerla da ogni tipo di evento, esclusi solo quelli previsti nel contratto.
Ancora, di può parlare di assicurazioni crediti e protezione in caso di cauzioni e fideiussioni per impedire che l’impresa venga danneggiata dai clienti che pagano in ritardo: se non stipulata, infatti, si rischia un blocco nella produzione. Così è importante tutelarsi in caso di arresto accidentale dei macchinari, stipulando una polizza che comprenda l’assistenza tecnica.
Parlando del tema caldo e drammatico delle “morti bianche”, ci agganciamo qui alla fondamentale importanza della stipulazione di una polizza che consenta di assicurare i dipendenti da incidenti sul lavoro: a carico del titolare d’impresa, è calcolata in base al rischio che il lavoro comporta per il dipendente e in base al reddito che egli possiede.
Infine, d’obbligo è parlare di assicurazione di tutela giudiziaria, che copre le spese relative all’eventuale chiamata in giudizio dell’azienda da parte di un terzo o viceversa, coprendo e risarcendo le spese giudiziarie e stragiudiziali (per arrivare a soluzioni tra privati anche senza giudice): una copertura valida sia per il titolare che per i componenti della sua famiglia. Queste polizze coprono anche le spese di perizia legale e consulenze di tipo tecnico, così come il risarcimento delle spese della controparte, ordinato dal giudice, e quelle di soccombenza, nel caso in cui la causa venga persa.
Escluse invece sono le spese giudiziarie legate alla ristrutturazione di immobili e alla loro costruzione, così come le controversie di tipo fiscale e quelle legate al diritto di famiglia in caso di divorzi, separazioni e affidamenti. Erogate da compagnie che si occupano specificatamente di tutela legale, queste polizze devono essere stipulate in accordo con il proprio avvocato che potrà facilmente capire cosa sia incluso nella polizza e cosa no e consigliare così il proprio cliente.
Quanto costa la stipula di polizze di tutela legale? Ovviamente è previsto un massimale che il risarcimento non può in alcun modo superare e una franchigia pari, generalmente, a 100 euro: qualora si pagasse meno, le spese saranno a carico del titolare della polizza.