I partiti sembrano aver siglato un accordo per la riforma delle pensioni e permettere pensionamenti anticipati per quanti hanno compiuto 58 anni di età se maschi 57 se femmine.
Pensavamo di aver assistito una volta per tutte alla fine della questione “Pensioni” dopo che la ministro Fornero aveva assicurato che avrebbe salvaguardato gli esodati calcolati frettolosamente all’inizio con successivo aggiornamento. Invece in questi giorni i partiti hanno stretto alleanza per macinare un po’ di voti in vista delle elezioni e si dicono ora pronti a modificare la riforma approvata solo qualche mese fa.
La notizia potrebbe essere felice oppure solo l’ennesimo pasticciaccio brutto all’Italiana. Non vogliamo illudere le lettrici, ma informarle sugli intenti e gli esiti di un ulteriore cambiamento.
L’intesa bipartisan siglata da PD e PDL è stata raccolta in 5 articoli che unificherebbero le proposte Damiano Dozzo e Paladini e punta a lanciare una sperimentazione in vigore fino al 2017 per ridurre l’età pensionabile a patto ce si siano maturati i 35 anni di contribuzione. La proposta ha il suo inghippo poiché la condizione sine qua non che permetterebbe alle donne di andare in pensione a 57 anni fino al 2015 e a 58 fino al 2017 è che l’assegno sia un po’ più scarno rispetto ai contributi versati.
Attualmente per andare in pensione anticipata con la riforma Fornero ci vogliono 42 anni di contributi e almeno 62 anni di età. Se queste condizioni non vengono rispettate scatta la penalizzazione.
La proposta dei partiti vuole in sostanza ridurre il numero di e sodati interessati dalla penalizzazione della riforma Fornero e consentire la pensione anticipata per quanti vedrebbero allungarsi fino allo spettro dei 65 anni la propria vita lavorativa.
E voi cosa ne pensate? Donne al lavoro fino ai 58 anni: fumo negli occhi, trovata politica per raccogliere voti o buona opportunità?