11/05/2020

E’ stato un fine settimana pieno di spunti da condividere… su quale fermarci a “ragionare” prendendoci il tempo e lo spazio di GLORIA? C’è l’imbarazzo della scelta e segue l’elenco.

  1. Tutti i webinar, i webex e gli zoom portano l’occhio indiscreto della telecamerina fissata, come un gufo dagli occhi grandi e tondi o come quelli di un pappagallo curioso e variopinto, sul trespolo del computer, nelle case o negli uffici o addirittura nelle camere da letto e nelle cucine di ognuno. Si ascolta, si interviene e intanto si spia la vita degli altri. Rubo le parole al titolo di un film che ho amato molto: Le vite degli altri. Il film del 2006 è di Florian Henckel von Donnersmarck, vincitore del Premio Oscar per il miglior film straniero. Il dramma che racconta, si confronta con la storia della DDR e indaga lo scenario culturale della Berlino Est controllata dalle spie della Stasi.
  2. Meritano una discussione critica alcune notizie di settore lette sulla rivista specialistica TTG Italia come: le modalità di riapertura dei voli aerei. Gli aeroporti di Malpensa e Linate pare siano pronti e anche la compagnia aerea olandese KLM che vende il tampone a 195,00 euro per evitare la quarantena a chi viaggia; quando noi invece non possiamo ancora attraversare le nostre Regioni; senza contare che Schengen, per quel che vale, aprirà a marzo 2021. Lo Spazio Schengen è un’area che comprende 26 Stati europei che hanno abolito i controlli sulle persone alle loro frontiere comuni, diventate un’unica frontiera esterna che funziona quindi, dal punto di vista dei viaggi internazionali, come un unico paese.
  3. Per continuare a mangiare veleno ho letto certe interviste fatte a paesi a forte propensione turistica come l’Egitto che di emergenze, certamente di altro tipo, ne ha viste tante, ma che aprirà i suoi hotel prossimamente stimando all’inizio solo un 25% di occupazione. Con questa occupazione alberghi come il “ritz” muoiono. Il nostro breakevean point deve essere allora ben diverso! E la differenza la fanno senz’altro il costo del lavoro e le tasse italiane che, come tutti sappiamo, sono costi fissi ovvero non si modificano con il variare degli ospiti presenti. Viene allora spontaneo fare un calcolo grossolano sul perché il nostro Paese non stia in piedi. Per cui, pur cosciente di quanto sia elementare il conteggio percentuale fatto così, risulta che su 60 milioni di italiani (numero di abitanti in calo per il quinto anno di fila), tolti gli anziani, i bambini e i ragazzi che studiano, i lavoratori statali e i liberi professionisti, sono solo 8 milioni le aziende, medie, piccole o grandi, che producono “ricchezza” e danno da lavorare…
  4. Stiamo aspettando tutti, e ogni giorno, le indicazioni per “come fare cosa”, ma, mentre si possono accettare tutte le regole per andare al lavoro, è evidente che le stesse non sono accettabili per andare in vacanza. Il piacere e il divertimento sono, per loro natura, pur nel rispetto e con il buon senso che tutti ci auspichiamo, prima, durante e dopo il Covid, s-regolate e/o in-sicure. Imbrigliare e soggiogare la libertà di una scelta personale e soggettiva che riguarda il tempo della vacanza, è impensabile soprattutto se si conosce il significato etimologico di questa parola. Vacans è il participio presente del verbo latino vacare: essere vuoto, libero. La vacanza è un vuoto piacevolissimo che ha il sapore della libertà. Giorni vuoti dal lavoro, dallo studio, dai vari impegni quotidiani in cui i ritmi possono e devono cambiare, in cui si può fare quello che ci pare. Perciò COME riempire questo tempo vacante dà l’evidenza della sua natura eccezionale… non regola-bile dunque.
  5. E’ maggio, come non parlare di rose e, più specificatamente, dei roseti del “ritz” e della loro funzione. Sì perché al “ritz” le rose del giardino non servivano solo ad adornarlo ma erano colte come omaggio floreale, come simbolico gesto dell’albergo e del suo giardino per consolare, festeggiare o augurare il benvenuto come il buon viaggio agli Ospiti dell’albergo. Ed essendo la seconda domenica di maggio la festa della mamma, come non collegare allora le due cose parlando della mia? Mia madre ovvero oui, le ritz c’est moi.
  6. E infine (ma solo per oggi) come non citare la favola della cicala e della formica, da Esopo a Rodari, passando per La Fontaine, nel tentativo di trarne qualche spunto saggio per il tempo che stiamo vivendo?
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