Il corpo delle donne sotto l’albero

Mi è venuto in mente uno splendido regalo di Natale che consiglio a tutte: un libro di Lorella Zanardo intitolato “Il corpo delle donne”.

Il libro è del 2009 e nasce unito ad un documento messo in rete da Lorella Zanardo nel maggio di quell’anno. Nel  documentario piuttosto interessante che potrete visionare cliccando su questo link, l’autrice metteva a nudo la realtà di coloro che mettono a nudo le donne e lo sfruttano un tanto all’etto come fosse carne da macelleria.

Inizialmente il documenario, realizzato assieme a Cesare Cantù e Marco Malfi Chindemi, voleva essere un’inchiesta sul ruolo e il peso della donna nella televisione italiana. Ben presto si è però trasformato in un discorso più ampio sul ruolo della donna nella società civile italiana.

Ne viene fuori un’Italia in cui è la donna stessa a desiderare di divenire oggetto degli sguardi maschili, una donna auto-depotenziata. Giovani generazioni che hanno come unico obiettivo quello di far le veline in tv. Vecchie generazioni che, pur di apparire più giovani e attraenti, si  sottopongono a lifting e operazione chirurgiche che possono portarle alla morte. E tutto in nome di quell’estetica maschile che vuole le donne sempre ferme allo stesso punto.

Le cose stanno cambiando. Ma non cambieranno mai abbastanza velocemente se non saranno innanzituttole donne a cambiare la loro immagine di fronte al mondo. Così capita di dover dire che per una donna è un diritto lavorare anche se si hanno rughe sulla faccia. D’altronde piace ricordare cosa diceva Anna Magnani alla sua truccatrice quando voleva coprirle la faccia di fard: “Non metterlo che così mi copri le rughe. Lasciamele tutte: c’ho messo una vita a farmele”.

Viviamo in una società dove l’immagine conta moltissimo. Se state quindi un regalo da farvi, questo libro, “Il corpo dellae donne” è quello giusto. Dal libro è nato anche un blog. L’autrice è parte attiva del W.I.N il movimento internazionale per lo sviluppo di un metodo femminile di buisness e management con sede ad Oslo; ed è inoltre una delle donne italiane più esperte di Diversity Management, ossia il management basato sulla valorizzazione delle distinzioni di razza, genere e generazione. Ha aiutato ad importare e diffondere questo modello di gestione delle società da USA e Canada con un certo successo.

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