21/06/2020

Sabato: la mia prima vera giornata di vacanza da mesi! Perfino il meteo era contento della mia decisione: rare le giornate belle e luminosissime come questo 20 giugno. Partita la mattina percorro, con la 500 decappottata, la Riviera del Brenta e per me la riviera è Elisabetta. Vi assicuro, da Villa Pisani a Stra, fino a Mira, alla Malcontenta progettata da Andrea Palladio, il tragitto è una gioia per gli occhi. La Riviera del Brenta mette in comunicazione Padova e la laguna di Venezia attraverso 36 km di bellezza paesaggistica unica: una sintesi affascinante di architetture naturali e artistiche grazie alla presenza di moltissime ville, costruite nel periodo della Serenissima Repubblica tra il XVI e il XVIII secolo dalle famiglie patrizie veneziane. L’alveo naturale del fiume Brenta scorre sostanzialmente da ovest a est e sfocia nella laguna di Venezia presso Fusina. Elisabetta Fogarin è la Presidente del Consorzio delle Ville Venete ed è un’Amica soprattutto: per i percorsi più diversi, nei momenti importanti di questi miei ultimi 10 anni di vita, Lei c’è stata.

Elisabetta mi ha fatto scoprire Venezia da Fusina. Adoro prendere il traghetto e arrivare a Venezia dal mare. Il Terminal Fusina è comodo grazie all’ampio parcheggio ed è economico, ma è anche, senza dubbio, la più emozionante via per arrivare a Venezia direttamente dall’acqua attraverso la porta storica della laguna sud, con approdo in pieno centro città, alle Zattere, a soli 15 minuti a piedi da Piazza San Marco. Gli inviti di Elisabetta sono sempre pieni di sorprese, stavolta l’itinerario era alla scoperta della VENEZIA LIBERTINA. Con noi altri 8 suoi amici: persone piacevolissime e molto diverse tra loro… nessuna coppia. Guida d’eccezione l’architetto Silvia Simionato, una guida per passione, che così si definisce: “la mia formazione si stratifica tra una laurea in architettura, corsi di psicologia, volontariato in campo educativo, un’immersione assidua nella realtà urbanistica e artistica della città e in libri su Venezia di ogni genere, che ormai invadono casa mia… come l’acqua alta. Venezia mi è nel cuore: m’annoda tra trama e ordito delle sue pietre e della sua storia. La bellezza della città mi stupisce ogni giorno. Venezia si offre e allo stesso tempo va conquistata”

Difficile trasferirvi tutto perché Silvia, oltre che colta, è una straordinaria animatrice. È stata, la nostra, una lunga passeggiata da Campo San Giacomo ( sestiere santa Croce con l’omonima chiesa che è una delle più antiche di Venezia!) al ponte di Rialto, ma è stata soprattutto una lunghissima passeggiata dal ‘300 al ‘700. Una lectio magistralis sulla pragmaticità della Repubblica Serenissima tra Stato e Chiesa. Camminando tra calli e ponti, tra campi e campielli, scopriamo una Venezia libera, liberale e libertina, godereccia e coltissima, commercialmente imbattibile e con una straordinaria visione del mondo femminile. La nostra guida ci introduce così anche nel lessico sociale del tempo spiegandoci che le “busone” erano donne sposate con delle vedute sessuali particolarmente “aperte”: a Venezia sono state le amanti dei più importanti uomini del tempo. Tra queste Isabella Teotochi Albrizzi che fu la regina dei salotti veneziani di fine Settecento. Il suo palazzo è nel sestiere di san Polo. Nacque, nobile, bella, ma povera, nel 1760, a Corfù, allora possedimento della Serenissima Repubblica. A soli sedici anni, per volontà dei genitori, sposò lo storico del commercio dei Veneziani Carlo Antonio Marin. Ben presto, grazie al suo fascino e la sua cultura, si creò intorno alla sua figura un ambiente di letterati, tra i quali Ippolito Pindemonte e negli anni a venire Foscolo, Canova, Goethe, Cesarotti, Alfieri, Byron, Chateaubriand, Walter Scott e il barone D’Hancarville. Alla fine per lei il matrimonio risultò penoso e infelice e, nell’aprile del 1794, decise di sciogliere definitivamente i vincoli con il marito ottenendo l’annullamento del matrimonio; due anni dopo si risposò con l’inquisitore Giuseppe Albrizzi. Riprese ad accogliere i suoi ospiti letterati in quello che diventò uno dei salotti più importante d’Europa, meta d’incontro di viaggiatori, avventurieri, eruditi, artisti, scienziati, seduttori di professione e principi. Pare che il suo club di 12 BUSONE avesse come numero porta fortuna il 5: 5 gli amanti almeno e 5 almeno i giorni di passione con ognuno.

  

Le cortigiane erano invece le figlie naturali delle famiglie nobili, più propense agli intrighi amorosi politici, mentre, le prostitute vere e proprie, pare fossero almeno 15.000 a Venezia dove, già nel ‘300, esisteva un casino, il primo al mondo. Sembra che nel Bordello di Stato venissero tutelate nella loro professione dalla Serenissima a cui pagavano l’affitto che Venezia reinvestiva nell’Università di Padova. Incredibile ma vero la Serenissima Repubblica metteva a reddito proprio tutto! L’intera struttura occupava un’enorme area nel cuore della città proprio dietro Rialto, ma non  ne resta traccia se non in alcuni significativi nomi delle vie: “Calle delle Tette”, e non servono spiegazioni, “Fondamenta de la Stua”, una specie di hammam veneziano, e il “Rio de le carampane”, fac-simile di maitresse piuttosto laide. C’era poi l’infelice sorte delle giovanissime donne che venivano mandate in convento loro malgrado, giovani aristocratiche che si tramutavano in religiose disinibite e da qui la diffusione di una delle parole dialettali più note : mona(che)…

   

La nostra architetto-guida propone in maniera davvero elegante ed erudita, curiosa e divertente, altri 4 itinerari libertini oltre al nostro che riassumerei con le sue parole come il grosso affare del bordello di stato, storie di amanti e cortigiane, cicisbei e nobildonne, monache e frati, personaggi mossi dal cuore e dalla passione, mode e costumi andanti… con brio.

 

8 Comments

  1. Elisabetta

    Cara Ida è stata una giornata memorabile (anche per me la prima di vacanza post Covid) e trascorrerla insieme è stato davvero un grande regalo.
    So che ami la Riviera del Brenta e Venezia, e mi piace pensare che un po’ è anche merito mio.
    Bellissimo il tuo articolo di oggi, lo sono tutti in verità quelli che scrivi, ma questo mi vedeva partecipe e quindi ancor più coinvolta.
    A presto, al nostro prossimo tour di approfondimento! 💞

    1. abanoritz Post author

      Solo merito tuo!
      Non c’è un modo migliore per apprezzare una destinazione che essere in buona compagnia!

  2. Laura Fabbri

    Cara Ida, la tua guida è stata certamente bravissima, ma la tua relazione è chiara, suggestiva e sorprendente.
    Cercherò di contattare al più presto l’organizzatrice per poter vivere un’esperienza altrettanto emozionante.
    Grazie di cuore
    Al prossimo racconto
    Laura

    1. abanoritz Post author

      La guida è davvero brava e curiosa, oltre che diversa nel proporsi, ma la compagnia era ottima e poi, credimi, Venezia resta Venezia!

  3. Letizia Costagli

    Cara Ida,tutti i tuoi articoli mi lasciano letteralmente senza parole.Mi sento proiettata in un altra dimensione….Mi fai sognare con effettive bellissime realtà… Grazie.

    1. abanoritz Post author

      Grazie delle parole che mi toccano più che per il complimento in sè, per l’affetto che ci leggo e che ricambio.

  4. carmen gurinov

    Bellissimo articolo. Ecco le cose positive che porta il COVID-19 se proprio dobbiamo trovarne qualcuna…il tempo libero, una Venezia più sostenibile e lenta.

    1. abanoritz Post author

      Chi meglio di te poteva cogliere il senso di quello che ho scritto.
      Grazie e buon lavoro!

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