21/05/2020

Qualche giorno fa mi hanno detto: GLORIA è come la giardiniera. A ripensarci è un bellissimo complimento. La giardiniera, anche nota come giardiniera campagnola o antipasto piemontese, è un composto di ortaggi a pezzi, lessati in acqua ed aceto, utilizzati come contorno, guarnitura o componente per altri condimenti. È sicuramente una delle conserve più conosciute e allo stesso tempo più classiche della gastronomia italiana. Questa preparazione sott’aceto è ricca e saporita perché raccoglie tutta la bontà e i profumi degli ortaggi della terra ed è un modo antichissimo di conservare parte della sovrabbondante produzione stagionale. Non vi sarà difficile capire il perché del nome giardiniera quando le diverse verdure appaiono nel vasetto con un bellissimo effetto cromatico che ricorda la primavera. Gli ortaggi generalmente utilizzati per prepararla sono: carote, sedani, l’infiorescenza di cavolfiori, cipolline, peperoni e cetriolini. Le quantità e la tipologia dei diversi ortaggi sono da dosare secondo i gusti ma tradizionalmente sono sempre presenti: le carote, i cavolfiori e il sedano bianco. Se penso dunque al complimento e alla sua creatività sorgono spontanee alcune osservazioni. Analizziamo intanto  il contenitore della giardiniera che ha due qualità: la trasparenza e il tappo twist off. Non starò qui a sindacare sul valore della parola trasparenza che in senso figurato sta per chiarezza e onestà, franchezza e sincerità. Un comportamento trasparente: tutti noi ci aspettiamo trasparenza da un amico e sicuramente GLORIA è priva di ambiguità e di ipocrisie. Per quanto io preferisca la mia lingua, la chiusura twist off è intraducibile ed è senz’altro più corretta di nomi sterili come tappo o capsula in quanto traduce l’azione. A chi non è capitato, almeno una volta, di non trovare la forza per svitare un barattolo di giardiniera? A me, sempre, tocca usare ogni volta una leva: solitamente uso il “tagliagrana” quel coltello a cuore usato per il formaggio parmigiano così evito di rovinare le posate. Questi coperchi, spesso definiti come tappi a vite twistoff, sono di latta con un mastice che permette alla capsula di adattarsi perfettamente alla bocca del vaso in vetro, assicurando la corretta tenuta del contenitore e quindi la conservazione dell’alimento. GLORIA  ha una presa stabile rispetto alla realtà che descrive e trattiene ogni mio pensiero custodendolo nel tempo e proteggendolo da ciò che succede. Ma veniamo al contenuto del nostro vaso di  giardiniera: vario nelle forme e nei colori, così come nella consistenza e nel gusto. Credo, sinceramente, che il mio diario ci assomigli. Il blog quotidiano che scrivo ha la presunzione di presentarsi a voi come le carote di BugsBanny, golose e  intere, ma più spesso conservate  a bastoncino o tagliate con il cutter ondulato come nei grandi vasi di sottoaceti del “ritz” dove spiccano per il suo colore.

Il colore arancione, quello della carota, è forse quello che meglio rappresenta GLORIA, infatti, nel linguaggio dei colori, simboleggia la creatività artistica Si dice che siano attratti dall’arancione coloro che cercano prima di ogni altra cosa l’armonia interiore -e chi non la cerca?- persone dotate di un buon equilibrio oltre che di fiducia in se stesse. Collegato al secondo chakra, governa la salute e non solo, questo colore è anche la rappresentazione del tramonto e del sorgere del sole, i due opposti della stessa stella madre. Tornando alle nostre verdure sottoaceto e a Bugs Bunny, la carota è la mia preferita: resta croccante e non assorbe troppo l’aceto. La giardiniera è, senza dubbio, la passione di mia sorella, credo però che l’amore per l’aceto batta quello per le verdure. Lei è una che si fa diventare le labbra viola quando mangia l’insalata avendo proporzioni, poco accessibili ai più, rispetto alla quantità di aceto che usa e parlo di quello di vino, perché mia sorella snobba l’aristocratico e modaiolo balsamico. Quasi in tutto, ma in particolare per il cibo, abbiamo gusti diversi pur condividendo i “fondamentali” e, rispetto a questa semplice constatazione, siamo entrambe d’accordo, e oramai rodate, sul vecchio assunto che “noi non litigheremo mai”. Credetemi, non è un modo di dire, ma è ciò che verifichiamo ogni giorno sul campo. Mi rendo conto quanto sia raro e prezioso, ma non è solo fortuna, piuttosto un sentimento profondo fatto di amore, rispetto assoluto e condivisone, coscienti di essere un po’ come la mezza mela l’una dell’altra. Resta il fatto che io preferisco l’agrodolce, anche simbolicamente, ovvero quando si sposano ingredienti di sapore contrastante, in modo però che l’agro e il dolce risultino gradevolmente contemperati, come nella giardiniera. Vorrei che questo fosse il sapore che vi suggerisce GLORIA: un  misto di dolcezza e d’ironia, di gentilezza e di severità.

2 Comments

  1. Elena Bianco

    Commento sciocchino e un po’ vacuo: vado pazza per la giardiniera. Forse è la mia origine piemontese….

    1. abanoritz Post author

      Ma tu che sei così brava in cucina, la sai fare? Perché se così fosse, aspetto di assaggiarla!

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