06/04/2020

Sfogliando all’indietro il famoso calendario, l’8 marzo recita: “la donna è come una bustina di tè, non si può dire quanto è forte finché non la si mette nell’acqua bollente” Eleonor Roosvelt. L’8, the women day, è stata la domenica in cui abbiamo chiuso l’albergo dopo che, la sera prima, la gente era letteralmente scappata via  in una notte surreale che mi ricordava tanto il “Titanic”. Quella notte pazzesca rimasero a farmi compagnia due amiche solidali : la professoressa Sello ed Elena Bianco, spettatrici della fuga di oltre 90 ospiti terrorizzati dal comunicato intempestivo, ma gravissimo, delle nuove restrizioni per l’emergenza coronavirus. Da allora al martedì 24, di cui vi parlavo, non ho più deciso, ma mi sono abbandonata a una sensazione di malata leggerezza in cui non potevo, ma soprattutto non dovevo più scegliere. Due settimane dopo questa ipnosi è svanita. Di fatto come molti simpatici mammiferi credo di riuscire ad andare in letargo, ne ho le prove! Il battito diminuisce e si sopravvive consumando le proprie riserve. Da soli o in compagnia, immobili per mesi o muovendosi tutti i giorni, appesi a testa in giù o sottoterra, dormendo o allattando come l’orsa, io credo di essere stata uno dei mille volti del letargo.

Guardando lo specchietto retrovisore, io sono nata e vissuta in albergo fino a 23 anni e ho avuto verso questo stile di vita (sì è proprio uno stile e ci vuole lo stile di mia madre per scegliere di vivere con la propria famiglia in un albergo, senza goderne i privilegi, ma semmai cercandovi le tracce di una casa, inventandosi riti famigliari improbabili), ho avuto verso la vita IN albergo, alternativamente, un rapporto di odio e amore. L’albergo come non luogo VS l’albergo come casa è un’opposizione che mi lacera da sempre. Per cui quando ne ho avuto la responsabilità diretta ho cercato e ho lavorato per avere verso l’hotellerie in genere (ma non verso il turismo, attenzione!) un atteggiamento professionale e razionale, che definirei anaffettivo rispetto a quello che mi ha portato a vivere qui come una vestale sessantenne o un templare scalcinato, infatti sono qui per amore… semplicemente.

                                

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