Dovrebbe essere sempre l’8 marzo

“Ogni anno, mentre scopro che Febbraio / È sensitivo e, per pudore, torbido, / Con minuto fiorire, gialla irrompe / La mimosa.”

Giuseppe Ungaretti

 

28 febbraio 1909: prima Giornata Nazionale della Donna negli Stati Uniti, su richiesta del Partito Socialista Americano, in memoria dello sciopero di migliaia di camiciaie newyorkesi che nel 1908 rivendicano migliori condizioni di lavoro. L’anno successivo, la ricorrenza arriva anche nel Vecchio Continente durante la Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste a Copenaghen, dove istituiscono la Giornata Internazionale della Donna per promuovere i diritti delle donne e contribuire alla campagna in favore del suffragio universale.

Fino al 1921 ogni Paese ha un giorno diverso per la celebrazione. In occasione della Seconda Conferenza delle Donne Comuniste a Mosca, viene proposta e approvata un’unica data: l’8 marzo, in ricordo della manifestazione contro lo zarismo delle donne di San Pietroburgo nel 1917. Questa giornata prende però un’importanza troppo legata al un particolare momento politico e le motivazioni sono presto sostituite da eventi più simbolici, come il rogo della fabbrica di camice a New York dove a inizio ‘900 persero la vita 134 donne, come spiegato da Tilde Capomazza e Marisa Ombra nel libro 8 marzo.

Nel 1946 l’U.D.I. (Unione Donne Italiane) cerca un fiore per celebrare la prima festa della donna del dopoguerra. La scelta della mimosa è praticamente obbligata vista la sua fioritura proprio a marzo e il suo basso costo. La mimosa è una pianta importata dalla Tasmania, profumata ed elegante, può arrivare fino ai 30 metri d’altezza in un clima mite. Anemoni e garofani sono gli altri fiori in gara, ma la mimosa vince anche per le sue caratteristiche: un aspetto delicato, ma carico di forza e vitalità, un fiore che cresce su terreni difficili, nonostante la sua fragilità apparente. Una perfetta evocazione dell’energia celata della femminilità: il fiore ideale, quindi, per rappresentare la figura della donna!

Mimosa è anche una torta che il ristorante White Gloves dell’Hotel AbanoRitz porta in tavola ogni settimana per i nostri ospiti. Ideato da Adelmo Renzi a Rieti negli anni 50, questo dessert viene presentato nei primi anni 60 a un concorso di pasticceria a Sanremo con l’intento di omaggiare quella che è conosciuta come la città dei fiori. Pan di spagna, crema pasticcera e un tocco di liquore: la torta per eccellenza della festa della donna.

E che dire dell’aperitivo Mimosa? Una generosa dose di Prosecco con un po’ di succo d’arancia per dare il colore acceso di questa bellissima pianta.

Oggi, l’8 marzo serve a ricordare anche le conquiste sociali, economiche e politiche, come anche le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono oggetto. Celebriamo allora la donna, sempre e comunque, con diverse e svariate offerte all’Hotel AbanoRitz. E poi, ogni scusa è buona per festeggiare… e noi siamo aperti tutto l’anno!

Ecco le nostre offerte!

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